Hélène de Montgeroult
Chi era costei? Partiamo da un po' più lontano. Nel 2005 è stato celebrato il 250° anniversario della nascita di Giovanni Battista Viotti, violinista e compositore nativo di Fontanetto Po (VC) e attivo in buona parte d'Europa tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. Ha la sua importanza nella storia della musica, pur non raggiungendo forse i livelli dei maestri considerati più rilevanti. A mio parere, tuttavia, compositivamente sopravanzava spesso Paganini, che invece nel virtuosismo e nell'innovativa carica tecnica era probabilmente imbattibile anche da un esperto come Viotti. A lui è intitolato l'annuale concorso pianistico e di canto che dal 1950 si tiene a Vercelli.
I presìdi del libro di Vercelli editano una pubblicazione (non ricordo se mensile, e non riesco a trovare dove è scritto!) dal titolo Kurtz, contenente articoli e informazioni su arte e cultura, con ampia prevalenza di ambito o di base locale. Per il sopra citato anniversario, fu pubblicato un numero speciale tutto dedicato a Viotti. Cronologia, articoli vari, brevi commenti alle opere, interviste a Uto Ughi e Salvatore Accardo (che vennero a suonare in due concerti gratuiti a cui io ovviamente presenziai - furono organizzati piuttosto bene, e un'altra volta vennero pure Claudio Scimone e i Solisti Veneti!). E poi alcune curiosità. Riporto qui l'articolo (non firmato... ahiahiahi.... vabbè, lo attribuiamo alla redazione) che parla della suddetta Hélène.
La favola di Hélène de Montgeroult
Quasi un thrilling viottiano. Una storia vera? Forse...
Tutta la vita di Viotti è, dal punto di vista dei rapporti sentimentali, estremamente misteriosa. Ma sicuramente una simpatia porta il nome di Hélène de Montgerault, di nobili origini e famosa pianista conosciuta soprattutto per la sua facilità all'improvvisazione. Essa trascorse parte della sua vita a Parigi, studiando prima con Hulmandel e perfezionandosi in seguito con Dussek; conobbe sicuramente Viotti nel novembre del 1785 a Parigi.
Alcuni scritti tratti da lettere e testimonianze dell'epoca ci fanno conoscere questo curioso aneddoto...
Siamo nel luglio del 1792. Viotti lascia Parigi, sfuggendo al terrore. Egli stesso non sa precisare la data: o il 21 o il 22. Venti giorni dopo, come si sa, i sovrani di Francia venivano rinchiusi nelle prigioni del tempo. Hélène, inserita nella nobiltà parigina, viene arrestata verso la metà di ottobre e cacciata nelle segrete di quel tragico carcere. Da una lettera del Viotti datata 1793 e indirizzata alla signora Maret, sposa del Presidente del Distretto di Digione (dipartimento della Cote d'Or) veniamo a conoscenza di una raccomandazione di Viotti a favore di Hélène. Il tono dello scritto, la veste e il contenuto ci mostrano Viotti decisamente uniformatosi al costume rivoluzionario e, al tempo stesso, estremamente preoccupato delle sorti della "disgraziata amica". Infatti proprio in quei giorni Hélène sta subendo il processo dinanzi a Sarrette. Fu grande fortuna per lei che fosse incaricato Sarrette, il direttore d'allora del Conservatorio, di sopraintendere allo svolgimento degli interrogatori. Egli era considerato come un obiettivo osservatore specializzato nei casi degli intellettuali e degli artisti sospetti. Sarrette era stato grande amico di Hélène, e quando vide nella lista delle persone da interrogare il nome della Montgeroult, fu preso da panico per lei. Sapeva che sarebbe stato difficile adoperarsi in suo favore, ma decise di osare.
Si avvicinò al Presidente e gli sussurrò il nome della pianista, indicandolo come quello della più grande pianista di Francia. Il Presidente, ascoltando il breve discorso di Sarrette, diede due ordini; dopo poco Hélène compariva nell'aula rigurgitante di pubblico, di commissari e di forze armate. Era disfatta in volto, irriconoscibile. Tuttavia il nobile portamento significava tutta l'altera dignità dei suoi sentimenti. La donna era da pochi minuti nella sala, quando, da un corridoio laterale, ecco, portato da quattro soldati, entrava un vecchio fortepiano. Il Presidente dell'Assemblea Rivoluzionaria così apostrofò la cittadina Montgeroult: "Cittadina, mi è stato detto che sei davvero la più grande pianista dei Francesi. Sentiamo allora se sai suonare la Marsigliese!"
Il pubblico scoppiò in un applauso frenetico, Sarrette tremò; avrebbe saputo Hélène far muovere le mani sulla tastiera? Più di nove mesi erano passati dal giorno che era stata portata in prigione. Era sì, la più brillante improvvisatrice che si conoscesse allora, ma la Marsigliese poteva essere arabo per lei... Ma Hélène, calma e dignitosa, senza aprire bocca, si sedette allo strumento. Fu un'esecuzione strabiliante e impeccabile, continue variazioni legate fra loro con continui cambi di tempo e modulazioni.
Così fu salvata Hélène de Montgeroult. Essa si ritirò nella bella sua campagna di Montmorency, là dove tante volte si era incontrata con Viotti.
(Tra l'altro, due pagine prima, si accennava al fatto che Viotti ha composto a sua volta delle variazioni sul tema della Marsigliese... ma che pare siano antecedenti alla data "ufficiale" di nascita dell'inno! Così c'è chi attribuisce al violinista vercellese la paternità, oltre che delle variazioni, anche del tema)
Mi piaceva riferire questo aneddoto perché mi ha fatto riflettere, per ovvi motivi! È solo uno dei numerosi casi in cui si può riscontrare l'universalità del linguaggio musicale e le sue enormi potenzialità.
I presìdi del libro di Vercelli editano una pubblicazione (non ricordo se mensile, e non riesco a trovare dove è scritto!) dal titolo Kurtz, contenente articoli e informazioni su arte e cultura, con ampia prevalenza di ambito o di base locale. Per il sopra citato anniversario, fu pubblicato un numero speciale tutto dedicato a Viotti. Cronologia, articoli vari, brevi commenti alle opere, interviste a Uto Ughi e Salvatore Accardo (che vennero a suonare in due concerti gratuiti a cui io ovviamente presenziai - furono organizzati piuttosto bene, e un'altra volta vennero pure Claudio Scimone e i Solisti Veneti!). E poi alcune curiosità. Riporto qui l'articolo (non firmato... ahiahiahi.... vabbè, lo attribuiamo alla redazione) che parla della suddetta Hélène.
La favola di Hélène de Montgeroult
Quasi un thrilling viottiano. Una storia vera? Forse...
Tutta la vita di Viotti è, dal punto di vista dei rapporti sentimentali, estremamente misteriosa. Ma sicuramente una simpatia porta il nome di Hélène de Montgerault, di nobili origini e famosa pianista conosciuta soprattutto per la sua facilità all'improvvisazione. Essa trascorse parte della sua vita a Parigi, studiando prima con Hulmandel e perfezionandosi in seguito con Dussek; conobbe sicuramente Viotti nel novembre del 1785 a Parigi.
Alcuni scritti tratti da lettere e testimonianze dell'epoca ci fanno conoscere questo curioso aneddoto...
Siamo nel luglio del 1792. Viotti lascia Parigi, sfuggendo al terrore. Egli stesso non sa precisare la data: o il 21 o il 22. Venti giorni dopo, come si sa, i sovrani di Francia venivano rinchiusi nelle prigioni del tempo. Hélène, inserita nella nobiltà parigina, viene arrestata verso la metà di ottobre e cacciata nelle segrete di quel tragico carcere. Da una lettera del Viotti datata 1793 e indirizzata alla signora Maret, sposa del Presidente del Distretto di Digione (dipartimento della Cote d'Or) veniamo a conoscenza di una raccomandazione di Viotti a favore di Hélène. Il tono dello scritto, la veste e il contenuto ci mostrano Viotti decisamente uniformatosi al costume rivoluzionario e, al tempo stesso, estremamente preoccupato delle sorti della "disgraziata amica". Infatti proprio in quei giorni Hélène sta subendo il processo dinanzi a Sarrette. Fu grande fortuna per lei che fosse incaricato Sarrette, il direttore d'allora del Conservatorio, di sopraintendere allo svolgimento degli interrogatori. Egli era considerato come un obiettivo osservatore specializzato nei casi degli intellettuali e degli artisti sospetti. Sarrette era stato grande amico di Hélène, e quando vide nella lista delle persone da interrogare il nome della Montgeroult, fu preso da panico per lei. Sapeva che sarebbe stato difficile adoperarsi in suo favore, ma decise di osare.
Si avvicinò al Presidente e gli sussurrò il nome della pianista, indicandolo come quello della più grande pianista di Francia. Il Presidente, ascoltando il breve discorso di Sarrette, diede due ordini; dopo poco Hélène compariva nell'aula rigurgitante di pubblico, di commissari e di forze armate. Era disfatta in volto, irriconoscibile. Tuttavia il nobile portamento significava tutta l'altera dignità dei suoi sentimenti. La donna era da pochi minuti nella sala, quando, da un corridoio laterale, ecco, portato da quattro soldati, entrava un vecchio fortepiano. Il Presidente dell'Assemblea Rivoluzionaria così apostrofò la cittadina Montgeroult: "Cittadina, mi è stato detto che sei davvero la più grande pianista dei Francesi. Sentiamo allora se sai suonare la Marsigliese!"
Il pubblico scoppiò in un applauso frenetico, Sarrette tremò; avrebbe saputo Hélène far muovere le mani sulla tastiera? Più di nove mesi erano passati dal giorno che era stata portata in prigione. Era sì, la più brillante improvvisatrice che si conoscesse allora, ma la Marsigliese poteva essere arabo per lei... Ma Hélène, calma e dignitosa, senza aprire bocca, si sedette allo strumento. Fu un'esecuzione strabiliante e impeccabile, continue variazioni legate fra loro con continui cambi di tempo e modulazioni.
Così fu salvata Hélène de Montgeroult. Essa si ritirò nella bella sua campagna di Montmorency, là dove tante volte si era incontrata con Viotti.
(Tra l'altro, due pagine prima, si accennava al fatto che Viotti ha composto a sua volta delle variazioni sul tema della Marsigliese... ma che pare siano antecedenti alla data "ufficiale" di nascita dell'inno! Così c'è chi attribuisce al violinista vercellese la paternità, oltre che delle variazioni, anche del tema)
Mi piaceva riferire questo aneddoto perché mi ha fatto riflettere, per ovvi motivi! È solo uno dei numerosi casi in cui si può riscontrare l'universalità del linguaggio musicale e le sue enormi potenzialità.
1 Comments:
Bella!
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