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Tuesday, May 29, 2007

Un varesino in Austria


Mi sono trattenuto - talora a viva forza... - dallo scrivere troppo sul Giro d'Italia in corso in questi giorni, ma oggi non posso proprio fare a meno di dire qualcosa sulla tappa che finiva a Lienz (sconfinamento austriaco prima del tappone di domani con lo Zoncolan nel finale).
Vince Garzelli e c'è da esserne contenti: è uno di quei corridori che sfugge un po' alle classificazioni. Scalatore? Sì, ma non troppo, specialmente negli ultimi tempi. Il cosiddetto "uomo di classifica"? Forse cinque anni fa, ora non ha molta tenuta sulle 3 settimane. Uomo per corse di un giorno? Solo due edizioni della Tre valli varesine, corsa di casa per lui, e un secondo posto a una Liegi, più qualche corsa minore. A cronometro? Bravo, ma dagli specialisti prende distacchi importanti. Garzelli è di tutto un po' e prova a vincere su tutti i terreni, pur non essendo un vero e proprio specialista in nessuno. Alle buone doti in salita e sul passo unisce un ottimo controllo in discesa e uno spunto veloce non comune; difatti le sue vittorie sono state quasi tutte ottenute vincendo volate in gruppetti ristretti.
Ma, soprattutto, è un vero duro.
Lo ha dimostrato oggi, con la vittoria di tappa al Giro forse più bella della sua carriera. Perché è sì vero che il gruppo lo ha lasciato fare, ma è anche vero che partire ai 50 km dall'arrivo, andare a riprendere in salita tutti i gruppi di fuggitivi e via via staccarli, fare tutto questo praticamente da solo (non ha avuto mai cambi eccetto due timide tirate di Lastras), giungere poi sull'ultimo GPM con 45 secondi, fare un'eccellente discesa e soprattutto 20 km di pianura con cinque onesti passisti alle spalle e il vento di fronte, e infine vincere lasciando Rubiera, Lastras & c. a 1 minuto, e il gruppo maglia rosa (che pure è andato tranquillo...) a 8 minuti... è un gran numero, non c'è che dire.
Dopo la "scoppola" sulle Tre Cime, dove è arrivato con 17 minuti di ritardo, stanchissimo, il bis della vittoria a Bergamo è frutto di un attacco furbo, portato avanti con potenza e decisione e concluso "mordendo il manubrio", come si dice in gergo. Garzelli, che ha avuto il raro onore di annoverare come suo gregario nientemeno che Marco Pantani, oggi ha corso seguendo gli insegnamenti del vecchio amico, leggi tappa di Merano al Giro 1994. E non dubito che Stefano abbia gareggiato con a fianco il Pirata, che già gli era tornato in mente nella scalata all'Izoard.
E non importa se non vincerà più grandi corse a tappe: la sua onestà intellettuale lo ha fatto dichiarare oggi che è lui il primo a non sentirsi più in grado di farlo. Laddove altri cercherebbero di spararla grossa e poi crollerebbero miseramente, l'eroe di oggi mantiene un apprezzabilissimo basso profilo, parlando con i fatti: due vittorie di tappa, la grinta dell'attaccante, la volontà di non mollare mai pur non potendo stare con i migliori.
Ah, dimenticavo: Garzelli, che già ha avuto serie grane con l'antidoping (2002), credo non abbia molta voglia di farsi ri-beccare; e anche le sue crisi e il suo alterno rendimento mi fanno ben sperare sulla sua condotta sportiva. Ragione in più per fidarsi di lui e per sostenerlo, affinché possa ottenere ancora ottimi successi nei prossimi - e ultimi - anni di carriera.

1 Comments:

Blogger guccia said...

Ho goduto a vedere questa tappa!
Non trattenerti che io leggo del giro solo qui! Sei il mio cronista di fiducia. ;););)

May 30, 2007 10:11 am  

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