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Wednesday, October 25, 2006

Fiction che non fanno un buon servizio

Ebbene sì, mi sono guardato tutta la fiction su papa Luciani. D'altronde, non potevo mancare di commentare a ragion veduta la versione televisivo-romanzata della vita di uno dei due papi (recenti!) che preferisco. L'altro è, chiaramente, Giovanni XXIII, e anche di lui avevo visto la biografia televisiva. (Detto per inciso, mi sono RIFIUTATO di vedere quella su Giovanni Paolo II... non per particolare antipatia verso di lui, tutt'altro, anche se qualche appunto da fargli ci sarebbe eccome... Tuttavia le cose fatte sull'onda dell'emotività popolare mi disturbano alquanto. Non le considero, come dire, corrette! A buon intenditor...). Cioè a dire, per entrambi: da chi meno te lo aspetti, ecco che arrivano il cambiamento, l'apertura e l'autenticità. Insomma, personaggi poco calcolatori, poco politicizzati e molto evangelici. Si potrebbe dire: dovrebbe essere per tutti così. Nah. Vedi i due ultimi, pur con tutto il rispetto parlando. Voglio dire... sono impostazioni diverse e su questo non ci piove. Tuttavia, quale delle due farà meglio non dico alla Chiesa, ma in generale al mondo, per quanto possibile? He he he. Il bergamasco ottuagenario e il prete di Canale d'Agordo erano gente con le... vabbeh, se semo capiti.
Ma veniamo alla fiction, che attualmente sembra essere la forma favorita dai produttori di storie televisive. Cominciamo con qualche articolo di commento on line:

http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=273236

Ora dico la mia. Cominciamo dalla valutazione registica: veramente PACCHIANA! : Un esempio fra tutti: gli stacchi netti tra filmati d'epoca e parti recitate. Pessimo. Altro esempio? Volendo ricostruire la Sala Nervi, una saletta di dieci metri per venti... Se non si poteva, meglio evitare, no? Continuo? I dialoghi. Particolarmente comiche le battute relative all'annuncio dei risultati degli scrutini del Conclave: "Comunico il risultato della seconda votazione...". Ommioddìo, ecchéssiamo al Parlamento in seduta comune??? Mi aspettavo solo che dicesse: "Napolitano voti 570..." :D :D :D
Lasciamo perdere... sarà stata colpa dello scarso budget, voglio pensare... :S
Attore protagonista: Neri Marcorè. Senza nulla volergliene, ma il comico gli riesce dieci volte meglio. E difatti la fiction (aridaje...) in questione mi era utile anche per valutarne il rendimento in un contesto in cui ancora non lo si era visto, mi pare. La versatilità, insomma, non è per tutti. L'unico punto a suo favore sarebbe una (presunta?) somiglianza con Luciani. Mah. Resto dubbioso anche su questo. La cosa più fastidiosa? La vocina fintamente e forzatamente querula e lagnosa, che non c'entra NULLA con quella del personaggio in questione. Vedere e sentire i documenti filmati d'epoca per darsi un'idea della "forbice" tra le due cose.
E quindi veniamo al personaggio rappresentato. Sembra che Luciani sia un "finto semplice" (per dirla con Mozart) in realtà complessatissimo e preoccupato solo di non adire a ruoli che, a suo dire, non saprebbe sostenere. Il tutto con una pateticità del tutto a lui inadeguata (vedere i documenti di cui sopra, please). In altre parole: tutta un altra persona.
Seconda osservazione: forse non è chiaro che l'impostazione di Luciani era DEL TUTTO differente da quella dei suoi predecessori. Sostanzialmente, faceva quello che si sentiva perché questo era il suo habitus mentale di agire. Il che gli creò anche qualche problema in passato, perché era un testone di carattere e non c'era niente da fare su quello. Siccome non si sarebbe mai sentito a suo agio incastonato nello schematismo della curia romana, rompeva gli schemi e questo spiazzava parecchio. Un po' come faceva Giovanni XXIII (... c'era bisogno di dirlo?).
Da notare che la cosa veniva da un cardinale per nulla eccentrico rispetto alle direttive ecclesiastiche dell'epoca. Certo, uno un po' sulle sue, ma non un "aperturista" à la Carlo Maria Martini (tanto per capirci). Per esempio dichiarò, in ottima ortodossìa, che il comunismo a suo parere era del tutto incompatibile con il cristianesimo (pur essendo figlio di un socialista). Era poi uno che, quand'era vescovo, si esponeva politicamente e dava indicazioni di voto più o meno velate. Capito il tipo?
Come Roncalli, pure lui era uno da cui non ci si aspettava che scassasse più di tanto l'anima; anzi il sacro collegio riteneva che mantenesse lo status quo per incapacità di agire in maniera veramente performativa sulla struttura che lo circondava.
Cosa si evince di tutto questo dal film? NIENTE! Tutta la straordinarietà del pontificato di Luciani che discende da quanto sopra detto svanisce perché Capitani (il regista) ci dice che lui... era sempre stato così!!! Volendo fare l'agiografia a tutti i costi (beninteso: spero sinceramente che lo facciano santo, averne di personaggi così... spiego dopo comunque!), si finisce con l'avallare la vulgata del "pretino minuto, semplicione e senza spessore". Ecco perché, in senso generale, dubito che questa fiction abbia reso un buon servizio a Giovanni Paolo I.
Ora vi dico perché Luciani mi sta così simpatico. Insomma... a rigor di logica non dovrebbe esserlo: formalmente conservatore, vagamente orientato a destra (per quanto lo possa essere un papa), carattere difficile... BOH! Ok, non ve lo dico io ma ve lo dice lui. Sentite come può esserci un messaggio finalmente POSITIVO da parte della Chiesa.

La gente talvolta dice: « siamo in una società tutta guasta, tutta disonesta ». Questo non è vero. Ci sono tanti buoni ancora, tanti onesti. Piuttosto, che cosa fare per migliorare la società? Io direi: ciascuno di noi cerchi lui di essere buono e di contagiare gli altri con una bontà tutta intrisa della mansuetudine e dell'amore insegnato da Cristo. La regola d'oro di Cristo è stata: « non fare agli altri quello che non vuoi fatto a te. Fare agli altri quello che vuoi fatto a te. Impara da me che sono mite e umile di cuore ». E lui ha dato sempre. Messo in croce, non solo ha perdonato ai suoi crocefissori, ma li ha scusati. Ha detto: « Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno ». Questo è cristianesimo, questi sarebbero sentimenti che messi in pratica aiuterebbero tanto la società.

Nulla da eccepire. Se uno è cristiano, tolti tutti i problemi e i casini che le gerarchie ecclesiastiche ti mettono in testa, questo deve fare. E non è forse simile ciò a quanto fanno anche tanti non credenti che però vogliono aiutare il mondo e la società? Non lavorano anche loro con spirito di servizio e di umiltà? Dunque, di grazia, DOV'È LA DIFFERENZA? :D Eddiàmine...

Tutti ricordiamo le grandi parole del papa Paolo VI: « I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza. La Chiesa trasale davanti a questo grido di angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello »(12). A questo punto alla carità si aggiunge la giustizia, perché - dice ancora Paolo VI - « la proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario » (13). Di conseguenza « ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile »(14).

Accidenti, sottoscrivo! E dire che Paolo VI non mi sta granché simpatico... E poi cos'è questa storia della proprietà privata? Detto da un anticomunista, è quantomeno curioso. Uhm, quello lì mi sa che li avrebbe fregati tutti... e avrebbe fatto bene. :

Quando il povero Papa, quando i vescovi, i sacerdoti propongono la dottrina, non fanno altro che aiutare Cristo. Non è una dottrina nostra, è quella di Cristo; dobbiamo solo custodirla, e presentarla. Io ero presente quando Papa Giovanni ha aperto il Concilio l'11 ottobre 1962. Ad un certo punto ha detto: Speriamo che con il Concilio la Chiesa faccia un balzo avanti. Tutti lo abbiamo sperato; però balzo avanti, su quale strada? Lo ha detto subito: sulle verità certe ed immutabili. Non ha neppur sognato Papa Giovanni che fossero le verità a camminare, ad andare avanti, e poi, un po' alla volta, a cambiare. Le verità sono quelle; noi dobbiamo camminare sulla strada di queste verità, capendo sempre di più, aggiornandoci, proponendole in una forma adatta ai nuovi tempi.

Oh, visto com'è semplice? Quando si sentono parlare le alte sfere della Chiesa di tante complicazioni teologico-dottrinali che così spesso mandano in confusione chi crede e fanno imbestialire chi non crede, verrebbe proprio utile tornare a leggersi 'sto memorandum, giusto per capire che MAGARI la faccenda è più semplice di quanto non si pensa. Wojtyla, in questo senso, mi duole dirlo, ha "incasinato" parecchio la situazione...

La vera "perla" ha dell'incredibile: un papa che cita... Trilussa! Vale a dire, uno scrittore e poeta non esattamente pro-clericale... :o :o :o E voi penserete: ahi ahi ahi, sacro furto! Errore: basta contestualizzare e tutto va a posto. Vedere il filmato per credere! Non è la sola citazione curiosa. Una volta parlò di Pinocchio, un altra accennò alle sue letture giovanili di Jules Verne, a uno dei suoi pochi (sfortunatamente!) Angelus raccontò un aneddoto su Carducci... eccetera.
Ultima cosa che lo rende particolarmente simpatico: se Giovanni XXIII era stato più che altro un "teorico" della povertà, Giovanni Paolo I mi sa che è stato l'unico che praticamente ha sempre praticato l'utilizzo di risorse a favore di chi non è abbiente. Pare che volesse mettere finalmente mano all'annosa questione sui beni materiali e terreni della Chiesa, argomento dolente di ogni controversia a riguardo. Cfr. per questo le parole di cui sopra. Non a caso, ci voleva finalmente vedere chiaro sulla speculazioni bancarie della Curia (Marcinkus & C.) e molti sono concordi nel valutare che egli avrebbe fatto ciò che avrebbero dovuto invece fare un discreto numero di altre persone che invece erano colluse con i sistemi tipo Sindona (tanto per capirci). I'm afraid, non si può dire altrettanto del suo successore (che avrà avuto tanti meriti, non discuto... ma su faccende come questa è stato un po' discutibile... e discusso!).

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Mah, io neri marcore' l'avevo visto recitare in "Il Cuore Altrove", regia di Pupi Avati...ma non mi ricordo che giudizio avevo dato ;-)

October 25, 2006 10:13 am  

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