My Photo
Name:
Location: Borgosesia, Vercelli, Italy

Sunday, November 19, 2006

Quando i maestri si distraggono

Qualche volta anche i migliori fanno qualche errorino... La lettura del manuale di armonia di Walter Piston (èdito in Italia dalla EDT... ottimo acquisto e suggerimento a tutti gli interessati) mi ha svelato alcuni di questi esempi. Uno, a quanto pare, classico, è quello delle battute 11-12 del primo movimento della Sinfonia n. 6 "Pastorale" di Beethoven.


L'autore riporta (p. 302) le vistose quinte parallele alle battute indicate tra le parti estreme (fa-do che va a do-sol tra bassi e violini primi. Ma secondo me c'è pure un'altro errorino, seppure obiettivamente molto più "accademico" dell'altro. Non sto parlando delle quinte di batt. 9 (la prima dell'esempio), un po' scoperte ma dovute a semplice cambio di posizione dell'accordo di tonica (da stato fondamentale a primo rivolto... meglio così che raddoppiare la terza!). Tra batt. 10 e batt. 11 abbiamo infatti ottave consecutive, tra bassi e violini secondi (fa-fa e sib-sib). Sia pure per moto contrario, ma sono vietate! :p
(Scusate se non vi ho evidenziato i movimenti in questione... I'm lazy...)
Piston cita anche il seguente esempio bachiano (corale Gott sei uns gnadig BWV 323):


Già meno censurabile (non lo dico perché sono un fan sfegatato di Bach... :o), perché le quinte (batt. 3, tra soprano e tenore: mi-si > si-fa#) son tra parti interne; comunque, son sensibili anche loro, quindi anche questa è una probabile disattenzione o trascuratezza, nemmeno giustificabile invocando qualche principio contrappuntistico. Personalmente, se c'è qualcosa che non mi piace in questo punto non son tanto le quinte parallele (con le voci, talora, hanno un senso parecchio affascinante...) quanto il movimento discendente di tutte le voci e l'unisono per moto retto e con incrocio tra soprano e contralto.
Del resto, il bel Bach ci sapeva fare e adoperava con cura le licenze proprio a favore della musicalità. A proposito di quinte "a vuoto" (che poi non lo sono... ;) ), esempio famoso è la cadenza conclusiva del corale Erkenne mich, mein Huter dalla Passione secondo Matteo BWV 244 (vi metto il link perché è assolutamente da leggere completamente... eppoi è un brano famosissimo!). Beh, nella penultima battuta perché scrivere al tenore fa#-si (che poi va al si dell'accordo finale, mi maggiore) e non tenere fermo il si? Così facendo (percuotendo il fa# congiuntamente al si del basso) ci son delle belle quinte parallele.
Motivazioni? Beh, io non sono nella testa di Bach... ma ritengo che: 1) per le voci, come già detto prima, certe quinte possono essere accettabili; 2) forse perché ricordano l'organum... e quindi in questo caso ci sarebbe pure la citazione dotta! 3) perché il portamento mitiga molto la faccenda; 4) perché il senso melodico, con quella sola nota in più, è assai migliore (si > si è banale e scontato... rischiamo un po'...).
(Ecco perchè dicevo "quinte a vuoto per così dire"... :D )
Vorrei ricordare dove avevo letto un'opinione proprio su questo corale... pensavo sul Manuale d'armonia di Schonberg, ma ho controllato e non è lì... mah, se mi torna sott'occhio farò un edit adeguato... ;)

0 Comments:

Post a Comment

<< Home