Personaggi poco raccomandabili... e molto raccomandati
Cari miei affezionati lettori, quest'oggi farò un post alquanto serio, derivante pressoché per intero dalla lettura di un lungo articolo del Sole 24 Ore, diviso tra il numero di ieri e quello odierno. Lettura davvero interessante e illuminante, in grado di chiarire con un esempio il modo tutto italiano con cui spesso si danno in gestione delle situazioni a personaggi che ho definito come da titolo del post.
Ora, siccome l'argomento è delicato e certamente non neutro politicamente, ben venga che quest'analisi sia dovuta a una ricerca (durata un mese, dice Carlo Gatti, autore dell'articolo) di una testata come Il Sole, organo di stampa di netto orientamento economico e uno dei meno politicizzati, a mio modesto avviso. Un po' di ricerca scevra da condizionamenti... beh, insomma, la faccio corta, non la si trova dappertutto.
Argomento: il signor Mario Scaramella, balzato agli onori della cronaca per il caso Livtinenko. Non mi addentro nella spy story invernale (non vorrei ritrovarmi anch'io con del polonio nella minestra... :D), ma parlo di quanto emerso dall'inchiesta del citato quotidiano su questo personaggio. Così, mi ricollego anche a un vecchio post di PF, in cui si accennava al problemino. E ci si chiedeva, tra le righe, "come mai...". Cerchiamo una risposta, dunque.
Dunque, prima di tutto, il signor Scaramella non ha avuto certo incarichi di secondo piano a livello istituzionale. Infatti, è stato consulente della famosa commissione parlamentare d'inchiesta detta "Mitrokhin", istituita durante la scorsa legislatura (leggi: Berlusconi) per investigare sull'attività del KGB in Italia durante la Guerra Fredda. Bene. Ora, il Corriere della Sera (leggi: Paolo Mieli... per non che si dica che queste cose le fanno i comunisti... :o) ha pubblicato qualche tempo fa delle intercettazioni in cui il senatore Guzzanti (presidente della commissione) e Scaramella lasciano intendere che il vero obiettivo della commissione stessa sarebbe quello di screditare Prodi mediante la dimostrazione che egli sia stato un agente segreto sovietico, o che almeno sia stato e sia in friendly relationship con i servizi di "oltre cortina" (come si diceva una volta).
E qui si dirà: beh, ma com'è possibile? Passi per Guzzanti, che magari è un po' di parte, ma questo Scaramella... insomma, se ha ricevuto un incarico di questa caratura, non sarà mica l'ultimo pirla...
Eh già.
Vediamo allora, sulla scorta dell'articolo di Gatti, il curriculum vitae del sunnominato Mario Scaramella. Comincia così: L'ascesa di Mario Scaramella, combattente ambientale, iniziò molto presto. Nel marzo del 1989, a soli 19 anni, fondò i Nuclei agenti di sicurezza civile, o Nasc, un microgruppo di 9 componenti legato a un'organizzazione ambientalista di destra, il Gruppo di ricerca ecologica. Pochi mesi dopo, il 12 settembre '89, firmò un protocollo d'intesa con l'assessorato all'Ambiente della Provincia di Napoli. Ma il colpo grosso lo fece quando ottenne una lettera dell'Alto commissariato antimafia in cui si raccomandava alla prefettura il rilascio del porto d'armi per gli operatori dei Nasc al servizio del 'commissario Scaramella'. A firmare quella lettera fu Luciana Villa, un'amica di famiglia dirigente del ministero dell'Interno."
Cioè, a 19 anni era un "commissario". Già 'sta cosa poteva far riflettere qualcuno... o no? Tra parentesi, il ministro dell'Interno all'epoca era Antonio Gava, il presidente del Consiglio era Andreotti.
All'epoca, comunque, il Nostro andava in giro coi suoi sottoposti a sequestrare edifici, pubblici esercizi e piccole imprese, finché non fu beccato da un carabiniere alquanto zelante e finì condannato "per usurpazione di titolo e di pubbliche funzioni". In appello fu poi mandato assolto, grazie a una gabola terminologica.
Il primo capolavoro di Scaramella, dopo lo scherzetto dei Nasc, è lo Srmc (Special research monitoring center), ente senza sede (!!!) che però ostentava contatti con centri spaziali e sedi accademiche statunitensi. L'unico collegamento vero era l'ex ufficiale Filippo Marino, che aveva collaborato coi Nasc e ora viveva a San Francisco. L'incarico più prestigioso fu una perizia per la procura di Reggio Calabria, che voleva individuare i resti di una nave affondata nel Mediterraneo e che, si pensava, trasportava rifiuti radioattivi. La perizia (è il caso di dirlo) faceva acqua da tutte le parti, col solo intento di ottenere un cospicuo finanziamento a favore dell'Srmc. Un giudice però si insospettisce e blocca tutto.
Scaramella cambia allora gioco e si inventa un organismo intergovernativo del tutto fittizio, definito Environmental crime prevention program (Ecpp). Scrive Gatti: "L'Ecpp nasce già... nato, con la «II Conferenza Plenaria» che si tiene a Napoli. La prima conferenza non risulta essere mai stata fatta. Probabilmente perché la migliore strada per convincere qualcuno a farsi coinvolgere era di presentare un programma intergovernativo già esistente. Dovendo creare una parvenza d'internazionalità, Scaramella decise di nominare tre special assistants, che in un comunicato presentò come «John Graham Taylor (Uk), Christian Trentolà (France) and Phillip Marino (Germany)». Il primo era un inesperto collaboratore di nazionalità inglese. Il secondo un giovane napoletano di madre francese il cui cognome era in realtà scritto senza accento finale. Il terzo, il suo socio Filippo Marino."
Il trucco dei nomi internazionalizzati è un giochetto da bambini... eppure funzionò! Organizzò convegni e conferenze, persino patrocinate dalla Nato. Poco tempo dopo, inizia pure a inventarsi titoli e cariche. Esempio 1: entrato in contatto col Dipartimento di scienze internazionalistiche e con il Dipartimento di scienza e ingegneria dello spazio dell'Università di Napoli, riesce a ottenere dichiarazioni di intenti e convenzioni-quadro su programmi da sviluppare con i suoi centri di ricerca. Dopodiché, scompare. Un annetto dopo, si scopre che Scaramella si è auto-dichiarato professore universitario, con tanto di potere di firma su certificati e diplomi! Denunciato all'ateneo, continuò comunque a fregiarsi di un titolo che non aveva. Salvo poi presentare le sue scuse al direttore di dipartimento: "«Gentile professore Oliviero, le scrivo per chiedere scusa a lei e ai suoi colleghi del dipartimento se nell'intervista pubblicata dal Mattino ho menzionato tra i miei titoli quello di direttore del Centro di politica spaziale e se con questo atto ho causato qualche disturbo»". Sempre così: 'è un equivoco'...
Esempio 2: nel 2001 gli capitò di ricevere il titolo di giudice onorario di tribunale. Per maggiore chiarezza, meglio linkare qui anche un riferimento normativo: D. M. Giustizia 4 maggio 2005. Insomma, in realtà nulla di speciale: l'art. 1 comma 1 del suddetto decreto specifica che "i giudici onorari di tribunale svolgono presso il tribunale ordinario il lavoro giudiziario loro assegnato dal presidente del tribunale, e possono tenere udienza solo nei casi di impedimento o di mancanza dei giudici ordinari". Punto. Il nostro amico invece... dice ai suoi interlocutori di essere nientemeno che un magistrato antimafia! :o Ovvio che, così, la buona impressione da lui suscitata sia stata ulteriormente amplificata... :|
Riassumendo: "Per 18 anni Mario Scaramella si è presentato presso giornali, procure, organi nazionali e internazionali spacciandosi per professore universitario con cattedre a Napoli, Londra, Stanford, San José e Bogotà oltre che segretario generale di un'importante organizzazione intergovernativa, l'Ecpp". Oltre che, come si è detto, commissario a vario titolo e magistrato antimafia. Pazzesco. Ma da qui a venire assunto per la commissione Mitrokhin... non è così immediato, si capisce. Gatti spiega il procedimento: "la sua candidatura fu sponsorizzata da Lorenzo Matassa, magistrato distaccato a tempo pieno presso la Commissione Mitrokhin. Abbiamo perciò girato a lui la domanda: «Nel 2002 avevo incontrato Scaramella al convegno del Cira (il Centro italiano di ricerche aerospaziali che aveva ospitato un incontro organizzato da Scaramella, nonostante un'email di avvertimento che lo descriveva come un millantatore, ndr). In quell'occasione ebbi modo di intuire che aveva diretti rapporti anche con alti rappresentanti di pubbliche istituzioni russe. Ricordai quest'ultima circostanza circa un anno dopo allorché, presso la commissione Mitrokhin, si manifestò la necessità di acquisire la sentenza di condanna per tradimento irrogata nei confronti del defezionista del Kgb (Mitrokhin, ndr); per questo motivo prospettai al presidente Guzzanti la possibilità di utilizzare i contatti istituzionali del professor Scaramella in Russia».
Quando abbiamo chiesto che cosa c'entri il mondo spaziale con il Kgb, Matassa si è limitato a dire che i contatti di Scaramella al Cira «saranno stati dei militari, vicini al Cremlino... e poi comunque non ci sono "serviziologhi"».
Viktor Zaslavsky, storico russo da anni residente in Italia e membro sia della Commissine stragi che della Mitrokhin, non è d'accordo. «Innanzitutto il collegamento tra il mondo spaziale e il Kgb manca di presupposti logici - osserva - e poi non è vero che non esistono esperti». A lui, unico consulente russo della Mitrokhin, non fu comunque chiesto un parere sulla scelta. In realtà non gli fu chiesto mai nulla. «All'inizio presentai un piano. L'idea era di andare negli archivi russi, trovare documenti e analizzarli, anche perché i documenti esistono e si potevano trovare. Ma la Commissione non aveva alcun interesse a trovarli, e il mio piano non fu mai approvato. Da allora nessuno mi chiese più nulla», aggiunge".
Ammettiamo pure che sia così, dice Matassa. Tuttavia, dice anche un'altra cosa: "«Diciamo pure che io sia stato preso in giro - ammette oggi Matassa - ma non sono stato io bensì un intero organismo parlamentare a conferire l'incarico a Scaramella. E all'unanimità» (sento rumore di barili in scaricamento... [corsivo mio]). Che in questo non abbia torto lo dimostra il testo dell'intervento dell'onorevole diessino Valter Bielli nella seduta dell'11 dicembre 2003: «Nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza integrato si è discusso... l'incarico da affidare al professor Scaramella... e in quella sede è stata manifestata una volontà unanime, dichiarandoci tutti d'accordo».
Il fatto che, nella Commissione Mitrokhin, Matassa non sia stato il solo a dare credito a Scaramella non giustifica però nessuno".
Non aggiungo altro, perché credo che le conclusioni siano lampanti. Vi dò soltanto i link alle due parti dell'articolo, dato che Il Sole 24 Ore è molto generoso e dà il suo materiale in pubblica lettura su internet praticamente subito (anche se non so per quanto tempo rimarranno online... affrettatevi! ;) ). Parte 1 e Parte 2. Buona lettura.
Spero che i link funzionino.
Come vedete, non ho fatto accenni al caso Livtinenko e gli annessi e connessi. Ciascuno può trarre la spiegazione che meglio ritiene soddisfacente. Tanto, dai suddetti presupposti, non ci sono molte possibilità.
Finisco con l'interemezzo umoristico. Ho osservato una certa somiglianza (... fratelli???) tra Scaramella e un certo individuo che molti miei conterranei riconosceranno sicuramente...
Ora, siccome l'argomento è delicato e certamente non neutro politicamente, ben venga che quest'analisi sia dovuta a una ricerca (durata un mese, dice Carlo Gatti, autore dell'articolo) di una testata come Il Sole, organo di stampa di netto orientamento economico e uno dei meno politicizzati, a mio modesto avviso. Un po' di ricerca scevra da condizionamenti... beh, insomma, la faccio corta, non la si trova dappertutto.
Argomento: il signor Mario Scaramella, balzato agli onori della cronaca per il caso Livtinenko. Non mi addentro nella spy story invernale (non vorrei ritrovarmi anch'io con del polonio nella minestra... :D), ma parlo di quanto emerso dall'inchiesta del citato quotidiano su questo personaggio. Così, mi ricollego anche a un vecchio post di PF, in cui si accennava al problemino. E ci si chiedeva, tra le righe, "come mai...". Cerchiamo una risposta, dunque.
Dunque, prima di tutto, il signor Scaramella non ha avuto certo incarichi di secondo piano a livello istituzionale. Infatti, è stato consulente della famosa commissione parlamentare d'inchiesta detta "Mitrokhin", istituita durante la scorsa legislatura (leggi: Berlusconi) per investigare sull'attività del KGB in Italia durante la Guerra Fredda. Bene. Ora, il Corriere della Sera (leggi: Paolo Mieli... per non che si dica che queste cose le fanno i comunisti... :o) ha pubblicato qualche tempo fa delle intercettazioni in cui il senatore Guzzanti (presidente della commissione) e Scaramella lasciano intendere che il vero obiettivo della commissione stessa sarebbe quello di screditare Prodi mediante la dimostrazione che egli sia stato un agente segreto sovietico, o che almeno sia stato e sia in friendly relationship con i servizi di "oltre cortina" (come si diceva una volta).
E qui si dirà: beh, ma com'è possibile? Passi per Guzzanti, che magari è un po' di parte, ma questo Scaramella... insomma, se ha ricevuto un incarico di questa caratura, non sarà mica l'ultimo pirla...
Eh già.
Vediamo allora, sulla scorta dell'articolo di Gatti, il curriculum vitae del sunnominato Mario Scaramella. Comincia così: L'ascesa di Mario Scaramella, combattente ambientale, iniziò molto presto. Nel marzo del 1989, a soli 19 anni, fondò i Nuclei agenti di sicurezza civile, o Nasc, un microgruppo di 9 componenti legato a un'organizzazione ambientalista di destra, il Gruppo di ricerca ecologica. Pochi mesi dopo, il 12 settembre '89, firmò un protocollo d'intesa con l'assessorato all'Ambiente della Provincia di Napoli. Ma il colpo grosso lo fece quando ottenne una lettera dell'Alto commissariato antimafia in cui si raccomandava alla prefettura il rilascio del porto d'armi per gli operatori dei Nasc al servizio del 'commissario Scaramella'. A firmare quella lettera fu Luciana Villa, un'amica di famiglia dirigente del ministero dell'Interno."
Cioè, a 19 anni era un "commissario". Già 'sta cosa poteva far riflettere qualcuno... o no? Tra parentesi, il ministro dell'Interno all'epoca era Antonio Gava, il presidente del Consiglio era Andreotti.
All'epoca, comunque, il Nostro andava in giro coi suoi sottoposti a sequestrare edifici, pubblici esercizi e piccole imprese, finché non fu beccato da un carabiniere alquanto zelante e finì condannato "per usurpazione di titolo e di pubbliche funzioni". In appello fu poi mandato assolto, grazie a una gabola terminologica.
Il primo capolavoro di Scaramella, dopo lo scherzetto dei Nasc, è lo Srmc (Special research monitoring center), ente senza sede (!!!) che però ostentava contatti con centri spaziali e sedi accademiche statunitensi. L'unico collegamento vero era l'ex ufficiale Filippo Marino, che aveva collaborato coi Nasc e ora viveva a San Francisco. L'incarico più prestigioso fu una perizia per la procura di Reggio Calabria, che voleva individuare i resti di una nave affondata nel Mediterraneo e che, si pensava, trasportava rifiuti radioattivi. La perizia (è il caso di dirlo) faceva acqua da tutte le parti, col solo intento di ottenere un cospicuo finanziamento a favore dell'Srmc. Un giudice però si insospettisce e blocca tutto.
Scaramella cambia allora gioco e si inventa un organismo intergovernativo del tutto fittizio, definito Environmental crime prevention program (Ecpp). Scrive Gatti: "L'Ecpp nasce già... nato, con la «II Conferenza Plenaria» che si tiene a Napoli. La prima conferenza non risulta essere mai stata fatta. Probabilmente perché la migliore strada per convincere qualcuno a farsi coinvolgere era di presentare un programma intergovernativo già esistente. Dovendo creare una parvenza d'internazionalità, Scaramella decise di nominare tre special assistants, che in un comunicato presentò come «John Graham Taylor (Uk), Christian Trentolà (France) and Phillip Marino (Germany)». Il primo era un inesperto collaboratore di nazionalità inglese. Il secondo un giovane napoletano di madre francese il cui cognome era in realtà scritto senza accento finale. Il terzo, il suo socio Filippo Marino."
Il trucco dei nomi internazionalizzati è un giochetto da bambini... eppure funzionò! Organizzò convegni e conferenze, persino patrocinate dalla Nato. Poco tempo dopo, inizia pure a inventarsi titoli e cariche. Esempio 1: entrato in contatto col Dipartimento di scienze internazionalistiche e con il Dipartimento di scienza e ingegneria dello spazio dell'Università di Napoli, riesce a ottenere dichiarazioni di intenti e convenzioni-quadro su programmi da sviluppare con i suoi centri di ricerca. Dopodiché, scompare. Un annetto dopo, si scopre che Scaramella si è auto-dichiarato professore universitario, con tanto di potere di firma su certificati e diplomi! Denunciato all'ateneo, continuò comunque a fregiarsi di un titolo che non aveva. Salvo poi presentare le sue scuse al direttore di dipartimento: "«Gentile professore Oliviero, le scrivo per chiedere scusa a lei e ai suoi colleghi del dipartimento se nell'intervista pubblicata dal Mattino ho menzionato tra i miei titoli quello di direttore del Centro di politica spaziale e se con questo atto ho causato qualche disturbo»". Sempre così: 'è un equivoco'...
Esempio 2: nel 2001 gli capitò di ricevere il titolo di giudice onorario di tribunale. Per maggiore chiarezza, meglio linkare qui anche un riferimento normativo: D. M. Giustizia 4 maggio 2005. Insomma, in realtà nulla di speciale: l'art. 1 comma 1 del suddetto decreto specifica che "i giudici onorari di tribunale svolgono presso il tribunale ordinario il lavoro giudiziario loro assegnato dal presidente del tribunale, e possono tenere udienza solo nei casi di impedimento o di mancanza dei giudici ordinari". Punto. Il nostro amico invece... dice ai suoi interlocutori di essere nientemeno che un magistrato antimafia! :o Ovvio che, così, la buona impressione da lui suscitata sia stata ulteriormente amplificata... :|
Riassumendo: "Per 18 anni Mario Scaramella si è presentato presso giornali, procure, organi nazionali e internazionali spacciandosi per professore universitario con cattedre a Napoli, Londra, Stanford, San José e Bogotà oltre che segretario generale di un'importante organizzazione intergovernativa, l'Ecpp". Oltre che, come si è detto, commissario a vario titolo e magistrato antimafia. Pazzesco. Ma da qui a venire assunto per la commissione Mitrokhin... non è così immediato, si capisce. Gatti spiega il procedimento: "la sua candidatura fu sponsorizzata da Lorenzo Matassa, magistrato distaccato a tempo pieno presso la Commissione Mitrokhin. Abbiamo perciò girato a lui la domanda: «Nel 2002 avevo incontrato Scaramella al convegno del Cira (il Centro italiano di ricerche aerospaziali che aveva ospitato un incontro organizzato da Scaramella, nonostante un'email di avvertimento che lo descriveva come un millantatore, ndr). In quell'occasione ebbi modo di intuire che aveva diretti rapporti anche con alti rappresentanti di pubbliche istituzioni russe. Ricordai quest'ultima circostanza circa un anno dopo allorché, presso la commissione Mitrokhin, si manifestò la necessità di acquisire la sentenza di condanna per tradimento irrogata nei confronti del defezionista del Kgb (Mitrokhin, ndr); per questo motivo prospettai al presidente Guzzanti la possibilità di utilizzare i contatti istituzionali del professor Scaramella in Russia».
Quando abbiamo chiesto che cosa c'entri il mondo spaziale con il Kgb, Matassa si è limitato a dire che i contatti di Scaramella al Cira «saranno stati dei militari, vicini al Cremlino... e poi comunque non ci sono "serviziologhi"».
Viktor Zaslavsky, storico russo da anni residente in Italia e membro sia della Commissine stragi che della Mitrokhin, non è d'accordo. «Innanzitutto il collegamento tra il mondo spaziale e il Kgb manca di presupposti logici - osserva - e poi non è vero che non esistono esperti». A lui, unico consulente russo della Mitrokhin, non fu comunque chiesto un parere sulla scelta. In realtà non gli fu chiesto mai nulla. «All'inizio presentai un piano. L'idea era di andare negli archivi russi, trovare documenti e analizzarli, anche perché i documenti esistono e si potevano trovare. Ma la Commissione non aveva alcun interesse a trovarli, e il mio piano non fu mai approvato. Da allora nessuno mi chiese più nulla», aggiunge".
Ammettiamo pure che sia così, dice Matassa. Tuttavia, dice anche un'altra cosa: "«Diciamo pure che io sia stato preso in giro - ammette oggi Matassa - ma non sono stato io bensì un intero organismo parlamentare a conferire l'incarico a Scaramella. E all'unanimità» (sento rumore di barili in scaricamento... [corsivo mio]). Che in questo non abbia torto lo dimostra il testo dell'intervento dell'onorevole diessino Valter Bielli nella seduta dell'11 dicembre 2003: «Nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza integrato si è discusso... l'incarico da affidare al professor Scaramella... e in quella sede è stata manifestata una volontà unanime, dichiarandoci tutti d'accordo».
Il fatto che, nella Commissione Mitrokhin, Matassa non sia stato il solo a dare credito a Scaramella non giustifica però nessuno".
Non aggiungo altro, perché credo che le conclusioni siano lampanti. Vi dò soltanto i link alle due parti dell'articolo, dato che Il Sole 24 Ore è molto generoso e dà il suo materiale in pubblica lettura su internet praticamente subito (anche se non so per quanto tempo rimarranno online... affrettatevi! ;) ). Parte 1 e Parte 2. Buona lettura.
Spero che i link funzionino.
Come vedete, non ho fatto accenni al caso Livtinenko e gli annessi e connessi. Ciascuno può trarre la spiegazione che meglio ritiene soddisfacente. Tanto, dai suddetti presupposti, non ci sono molte possibilità.
Finisco con l'interemezzo umoristico. Ho osservato una certa somiglianza (... fratelli???) tra Scaramella e un certo individuo che molti miei conterranei riconosceranno sicuramente...
1 Comments:
Davvero agghiacciante!
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