My Photo
Name:
Location: Borgosesia, Vercelli, Italy

Sunday, February 18, 2007

Ma tra gli uomini sono i più poveri e i più soli

Siccome qualche tempo fa ho accennato alla tematica, diciamo così, angelica in virtù di Il cielo sopra Berlino, mi permetto di suggerire un interessante volumetto: Bussagli Marco, Storia degli angeli. Racconto di immagini e di idee, Bompiani, 2003. Si parla della rappresentazione della figura dell'angelo nei secoli all'interno della cultura cristiana. Esauriente e interessante, è un bel saggio monografico di storia dell'arte. Vi sono riportati molti inviti a osservare con attenzione il dettaglio delle rappresentazioni pittoriche (e, incidentalmente, scultoree) di queste figure per rinvenirvi tratti distintivi di un modo di pensarle e di "leggere", per traslato, il sentimento religioso delle varie epoche.
Vi sono anche rilevanti approfondimenti culturali su vari aspetti del problema. Riporto un breve passo dal cap. 3.2 (Angeli, nuvole e venti, ovvero il problema delle ali):

"Il passo che secondo gli studiosi giustifica la presenza della ali nell'iconografia angelica è quello già ricordato dell'Apologeticum di Tertulliano, dove si legge:

Ogni spirito è alato; per questo, Angeli e demoni in un attimo sono dappertutto: il mondo intero, per loro, è un unico luogo; ovunque accada qualcosa, lo sanno con la stessa facilità con cui lo annunciano. Si crede che la velocità sia di natura divina, perché se ne ignora la sostanza.

Le parole di Tertulliano potrebbero sembrare una sorta di esagerazione ingenua del volo degli uccelli, che egli assai più veloce negli spiriti in quanto esseri sovrannaturali e perciò dotati di qualità assai amplificate. Del resto, abbiamo visto che Filone di Alessandria avvicina esplicitamente Angeli, anime e uccelli, tutti accomunati dal fatto che, secondo il filosofo, essi abitano l'aria [...]. Nello scritto di Tertulliano il riferimento agli uccelli è implicito nel cenno alle ali come mezzo di propulsione per rapidi spostamenti. [...]
Tuttavia, a ben guardare, il passo dell'apologeta cristiano descrive il volo angelico in termini completamente diversi da quelli del volo degli uccelli. Gli Angeli si spostano ad una velocità tale che il loro arrivo è subitaneo. 'In un attimo sono dappertutto' dice Tertulliano. Anche nella Bibbia essi 'scompaiono' istantaneamente (Tb 12,21). Sembra perciò che il volo degli Angeli non abbia la fisicità di quello degli uccelli che si muovo col battere le ali. Anzi, vien da domandarsi che cosa ci stiano a fare le ali dietro le figure angeliche e perché l'autore dell'Apologeticum si preoccupi di scrivere che tutti gli spiriti sono alati, se questi appaiono e scompaiono nel giro di un batter di ciglia senza che le ali abbiano neppure il tempo di muoversi.
E, a maggior ragione: perché gli artisti, dal V secolo in poi, le apposero alla figura dell'Angelo-uomo? Scriveva Isidoro di Siviglia - un paio di secoli dopo la comparsa delle prime raffigurazioni di Angeli alati - che si permetteva ai pittori di dipingere gli Angeli con le ali perché queste

... in tutti loro ne significassero il rapido guizzo, proprio come nelle favole dei poeti i venti son detti posseder le penne per via della velocità, s'intende! Giacché la Sacra Scrittura dice: 'Colui che cammina sulle ali dei venti' (Sal 104[103],3).

Il santo vescovo di Siviglia chiarisce in queste poche righe ogni equivoco. La presenza delle ali nella rappresentazione degli Angeli è una convenzione, esattamente come lo è, nel linguaggio poetico, attribuire ai venti penne e ali."

Per cui, libro consigliato. 9 euro sono anche una cifra tranquillamente spendibile per l'opera in questione.

Seconda parte.
Ho osservato una cosa cui non avevo prestato attenzione fino a questo interessamento per la faccenda. Quando vado a suonare l'organo alla domenica sera la chiesa è tutta illuminata per la celebrazione. Sulla volta della navata ci sono vari affreschi con raffigurazioni di argomento religioso (... ovviamente! :D ). Nell'ultima parte vicino alla porta principale, quasi sopra lo strumento, sono raffigurati degli angeli musicanti. Non li avevo mai notati! In tanti anni che vedo lo stesso edificio! Incredibalcibali. Difatti non si vedono facilmente, di solito tutti guardano l'altare quando visitano una chiesa o seguono la messa. Semmai quindi vedranno gli affreschi che stanno nella parte prossima al transetto, o poco più indietro se proprio alzano lo sguardo.
Quando invece vado a provare (qualche volta sopra settimana mi capita di avere un po' di tempo) la chiesa è tutta scura e quindi 'un ci si vede punto. Eppure sono carini 'sti angioletti sopra la capoccia dell'organista... si spera sempre che ispirino l'esecuzione musicale! Sono otto, quattro sulla sinistra e quattro sulla destra. Strumenti vari: due arpe (una probabilmente è più una cetra), un violino, una viola da gamba, una specie di corno e un altro strumento a fiato simile a un flauto. Particolare curioso è che i due rimanenti fungono da "leggii", reggendo una sorta di spartito in forma di striscia allungata (rappresentazione convenzionale); in fondo, è come l'allievo che va a girare le pagine al maestro pianista quando quest'ultimo dà un concerto.
Nota storica: mi è venuto in mente adesso che l'organo non è sempre stato in quella posizione! Prima era totalmente in un altra zona della chiesa. Quindi, siccome non mi pare verosimile che
così, tanto per gradire, siano stati fatti affreschi di angeli musicanti proprio in quella posizione, i dipinti di cui vi parlo devono essere successivi all'installazione dell'organo f.lli Mentasti sopra la porta maggiore (1831, se non vado errato).

Terza parte.
Come definire un angelo? Un tentativo davvero bello, moderno e poetico è dato da uno che di certo non è né un teologo né un mistico: Lucio Dalla. Se io fossi un angelo fa riflettere su svariate cose. Ne ho evidenziate, nel testo, due o tre.

Se io fossi un angelo
chissà cosa farei.
Alto, biondo, invisibile
che bello che sarei ,
e che coraggio avrei...

Sfruttandomi al massimo
è chiaro che volerei;
Zingaro, libero,
tutto il mondo girerei.
Andrei in Afghanistan
e più giù in Sudafrica,
a parlare con l'America,
e se non mi abbattono
anche coi russi parlerei.

Angelo, se io fossi un angelo
con lo sguardo biblico vi fisserei.
Vi do due ore, due ore al massimo,
poi sulla testa vi piscerei;
sui vostri traffici,
sui vostri dollari,
sulle vostre belle fabbriche
di missili, di missili.

Se io fossi un angelo, non starei mai nelle processioni
nelle scatole dei presepi;
starei seduto fumando una Marlboro
al dolce fresco delle siepi.
Sarei un buon angelo, parlerei con Dio,
gli ubbidirei amandolo a modo mio,
gli parlerei a modo mio e gli direi:
"Cosa vuoi da me tu?"
"I potenti che mascalzoni... e tu cosa fai, li perdoni?"
"Ma allora sbagli anche tu!"
Ma poi non parlerei più.

Un angelo, non sarei più un angelo
se con un calcio mi buttano giù.
Al massimo sarei un diavolo
e francamente questo non mi va.
Ma poi l'inferno cos'è?
A parte il caldo che fa,
non è poi diverso da qui;
perché io sento che, son sicuro che...

Io so che gli angeli sono milioni di milioni
e che non li vedi nei cieli, ma tra gli uomini
sono i più poveri e i più soli,
quelli presi tra le reti,
e se tra gli uomini nascesse ancora Dio,
gli ubbidirei amandolo a modo mio,
a modo mio...

0 Comments:

Post a Comment

<< Home