In attesa delle votazioni...
Voglio dire, si parla moltissimo di CHI sarà eletto Presidente della Repubblica. Io il mio candidato ideale ce l'avrei, come alcuni lettori sapranno, ma perché abbia qualche possibilità, per come si son messe le cose, bisognerebbe andare abbastanza avanti con gli scrutini. Oggi, vigilia del primo giorno delle votazioni per detta elezione, faccio un breve post in cui ricordo COS'È (come carica) la Presidenza della Repubblica Italiana e COSA FA il titolare del primo ufficio del nostro stato.
La Costituzione ne parla al Titolo II, tra l'articolo 83 e l'articolo 91.
Per essere eletti bisogna essere cittadini italiani, godere dei diritti civili e ,olitici e avere almeno 50 anni. Il più giovane Presidente è stato Cossiga, se non ricordo male, con 57 anni. L'elezione è compiuta dai membri delle due Camere a cui si aggiungono tre delegati per ogni Regione (uno per la Valle d'Aosta), dei quali due sono espressione della maggioranza e uno dell'opposizione. Il luogo della seduta comune è Montecitorio, che domani si presenterà più o meno così:
(chissà come saranno incazzati i leghisti con tutti 'sti tricolori così vicini...)
L'art. 87 specifica le attribuzioni pressoché complete del Presidente: le cose da ricordare sono che egli è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale (e i leghisti vorrebbero Bossi...), indice le elezioni del Parlamento e i referenda, invia messaggi alle Camere, promulga le leggi, i decreti legge e i regolamenti, ratifica i trattati internazionali, è comandante supremo delle forze armate e solo lui può dichiarare lo stato di guerra deliberato dal Parlamento, presiede il CSM, può concedere grazie e commutare le pene, può sciogliere le Camere o una di esse dopo aver sentito i loro presidenti (questo tranne che nel semestre bianco, in cui tale diritto gli è negato salvo che le Camere stesse non siano in scadenza, come è successo questa volta).
Altre cose: ciascun Presidente può nominare fino a cinque senatori a vita, nomina un terzo dei giudici della Corte costituzionale, incarica il Presidente del Consiglio.
C'è un fatto molto importante riguardo alle attribuzioni di cui sopra: l'art. 89 stabilisce che "nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità". Questo produce, direi, due conseguenze importantissime. Primo, una forte limitazione della possibilità d'azione del Presidente, che in realtà non può fare quasi nulla senza avere la controfirma del Governo. I soli atti che può compiere in tutta autonomia sono quelli in veste di capo di Stato maggiore militare e di presidente del CSM, nonché le esternazioni informali (di cui Cossiga era specialista...) e, ovviamente, le dimissioni.
Secondo: il Presidente gode della cosiddetta irresponsabilità per quanto riguarda gli atti del proprio mandato, la cui responsabilità difatti ricade semmai sui controfirmatari. Questo al fine di salvaguardare la sua posizione autonoma. L'irresponsabilità è sia politica che giuridica. In virtù di questo, va da sé che il Presidente non è sindacabile e/o perseguibile per i pareri espressi nell'esercizio delle sue funzioni. Per quanto riguarda gli atti esterni al suo ufficio, l'immunità di cui gode è dovuta al fatto che, al fine di evitare strumentalizzazioni, nel silenzio costituzionale la prassi comune è di non procedere civilmente e penalmente contro di lui durante il suo mandato. Ci sono solo due casi in cui il Presidente può essere messo sotto accusa, e sono gravissimi: l'alto tradimento (violazione del giuramento di fedeltà alla Repubblica; l'infrazione, all'atto pratico, si potrebbe definire nell'accezione militare del termine) e l'attentato alla Costituzione (cioè il dolo inteso a sovvertire la Carta e le istituzioni da essa predisposte). Non è mai successo e speriamo mai succeda.
Detto questo, staremo a vedere domani cosa succede. I due terzi per le prime tre votazioni sono difficilmente raggiungibili, a mio modesto parere. Ci sarà sicuramente la tentazione di procedere con un colpo di maggioranza al quarto scrutinio, ma non lo consiglierei: quello sì sarebbe tagliarsi un po' le palle da soli. Eppoi non è detto che si riesca a mettere d'accordo tutto il centrosinistra su un nome solo.
La Costituzione ne parla al Titolo II, tra l'articolo 83 e l'articolo 91.
Per essere eletti bisogna essere cittadini italiani, godere dei diritti civili e ,olitici e avere almeno 50 anni. Il più giovane Presidente è stato Cossiga, se non ricordo male, con 57 anni. L'elezione è compiuta dai membri delle due Camere a cui si aggiungono tre delegati per ogni Regione (uno per la Valle d'Aosta), dei quali due sono espressione della maggioranza e uno dell'opposizione. Il luogo della seduta comune è Montecitorio, che domani si presenterà più o meno così:
(chissà come saranno incazzati i leghisti con tutti 'sti tricolori così vicini...)
L'art. 87 specifica le attribuzioni pressoché complete del Presidente: le cose da ricordare sono che egli è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale (e i leghisti vorrebbero Bossi...), indice le elezioni del Parlamento e i referenda, invia messaggi alle Camere, promulga le leggi, i decreti legge e i regolamenti, ratifica i trattati internazionali, è comandante supremo delle forze armate e solo lui può dichiarare lo stato di guerra deliberato dal Parlamento, presiede il CSM, può concedere grazie e commutare le pene, può sciogliere le Camere o una di esse dopo aver sentito i loro presidenti (questo tranne che nel semestre bianco, in cui tale diritto gli è negato salvo che le Camere stesse non siano in scadenza, come è successo questa volta).
Altre cose: ciascun Presidente può nominare fino a cinque senatori a vita, nomina un terzo dei giudici della Corte costituzionale, incarica il Presidente del Consiglio.
C'è un fatto molto importante riguardo alle attribuzioni di cui sopra: l'art. 89 stabilisce che "nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità". Questo produce, direi, due conseguenze importantissime. Primo, una forte limitazione della possibilità d'azione del Presidente, che in realtà non può fare quasi nulla senza avere la controfirma del Governo. I soli atti che può compiere in tutta autonomia sono quelli in veste di capo di Stato maggiore militare e di presidente del CSM, nonché le esternazioni informali (di cui Cossiga era specialista...) e, ovviamente, le dimissioni.
Secondo: il Presidente gode della cosiddetta irresponsabilità per quanto riguarda gli atti del proprio mandato, la cui responsabilità difatti ricade semmai sui controfirmatari. Questo al fine di salvaguardare la sua posizione autonoma. L'irresponsabilità è sia politica che giuridica. In virtù di questo, va da sé che il Presidente non è sindacabile e/o perseguibile per i pareri espressi nell'esercizio delle sue funzioni. Per quanto riguarda gli atti esterni al suo ufficio, l'immunità di cui gode è dovuta al fatto che, al fine di evitare strumentalizzazioni, nel silenzio costituzionale la prassi comune è di non procedere civilmente e penalmente contro di lui durante il suo mandato. Ci sono solo due casi in cui il Presidente può essere messo sotto accusa, e sono gravissimi: l'alto tradimento (violazione del giuramento di fedeltà alla Repubblica; l'infrazione, all'atto pratico, si potrebbe definire nell'accezione militare del termine) e l'attentato alla Costituzione (cioè il dolo inteso a sovvertire la Carta e le istituzioni da essa predisposte). Non è mai successo e speriamo mai succeda.
Detto questo, staremo a vedere domani cosa succede. I due terzi per le prime tre votazioni sono difficilmente raggiungibili, a mio modesto parere. Ci sarà sicuramente la tentazione di procedere con un colpo di maggioranza al quarto scrutinio, ma non lo consiglierei: quello sì sarebbe tagliarsi un po' le palle da soli. Eppoi non è detto che si riesca a mettere d'accordo tutto il centrosinistra su un nome solo.
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