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Sunday, December 24, 2006

Accentate pt. II

In risposta a gentil richiesta, dò la norma ortografica italiana per l'uso degli accenti gravi o acuti. In realtà, la questione è semplicissima; la spiego di seguito.
L'accento italiano è in prevalenza grave, e lo si può notare anche guardando la tastiera del personal computer: si trovano i tasti per battere direttamente à, è, ì, ò, ù. Questo è abbastanza ovvio per i casi in cui non si distingue il grado di apertura (à, ì, ù). Per quanto riguarda la ò, sarebbe da distinguere se è all'interno di due parole omografe con significato differente a seconda dell'accento (cioè nei casi per cui l'apertura vocalica ha valore distintivo). Se ne può fare anche a meno. L'obbligo di segnar l'accento sussiste invece per le parole tronche, ma lì è sempre grave, e quindi ci riconduciamo al caso di cui sopra.
L'unica coppia di accenti a cui bisogna fare attenzione è quella è / é. Siccome anche qui l'accento tonico in centro parola non si segna se non in casi di effettiva ambiguità (ma il contesto dovrebbe sempre permettere di distinguere, chessò, tra le coppie séguito/seguìto o dècade/decàde...), il problema si ha per le solite parole ossitone. Allora, la mia regola personalissima è: accento acuto per le parole in -ché (ebbene sì: "perché", "affinché", "poiché", "giacché" eccetera si pronunciano, secondo standard, con accento acuto... alla faccia di certe zone del nord Italia... ;) ), per "né" congiunzione e "sé" pronome tonico, nonché (... notato? :D ), qualora dovesse servire (è un po desueto) per "fé" ("fede" oppure "fece", verbo... ma non c'è coerenza tra gli editori, che in vario modo scrivono anche "fe'" con l'apostrofo. È sottinteso che, in tutti gli altri eventuali casi di é chiusa in parole ossitone, si scriverà così... ma devono essere casi rari, non me ne sovviene nessuno. Per i restanti casi, la maggioranza, l'accento è grave (si avrà dunque "è" voce del verbo essere, "tè", "caffè" e via dicendo).
Pertanto, se volete scrivere correttamente secondo l'ortografia italiana, la prossima volta che battete al computer la é di parole come "né", "sé" o "perché"... beh, insomma, ci siamo capiti. E, del resto, se avete Word ve le corregge lui... ma almeno saprete perché (per l'appunto! :D ) lo fa! ;)
Tutto chiaro? Spero di sì...
Riferimento: la consueta e classica grammatica della serie "Garzantine" (Luca Serianni, Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi, Garzanti, 1997 - questo testo è CONSIGLIATISSIMO per tutti!), pp. 38-44. Detto per inciso, il Serianni sostiene, con buona ragione, che ortograficamente non ha senso l'eccezione di "sé" scritto senza accento nel caso di "se stesso", e invita pertanto a scrivere comunque "sé stesso", "sé medesimo" e così via. Per cui, se da piccoli a scuola la maestra vi ha corretto con sgraffio rosso cose di questo tipo, mettetevi il cuore in pace: avevate ragione voi... :D

1 Comments:

Blogger raraavis said...

Grazie per questo carinissimo tentativo di redimenrmi dall'ignoranza !
Perché, se è pur vero che chi fa da sé fa per tre (ho imparato bene?), il tuo aiuto è stato più che prezioso!

December 25, 2006 5:25 pm  

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