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Wednesday, December 20, 2006

Faust e altre cose

Ecco una cosa a cui non avevo pensato: il Faust non ha senso... Che, detta così, è inquietante come prospettiva. La lettura di Enrico Remmert (che non è né teologo né filosofo, ma romanziere...), pur col tono scherzoso, è abbastanza illuminante... nel senso che mi ha fatto riflettere, ridacchiando, su 'sta cosa. Lascio la parola a lui, senz'altro.

"Ad esempio, prendi il Faust: non ha senso. Nel momento in cui vendi la tua anima diventi sicuro della sua immortalità, perciò cosa te ne frega della vita terrena? Mefistofele lo manderesti subito a quel paese, ringraziandolo per la certezza che ti ha finalmente dato."
Cristina ti sfiora la guancia con una mano e dice: "Vittorio, tu sei tutto scombinato nel cervello", e ti sorride con dolcezza.
State finendo di cenare nella trattoria di Gaspare, dietro i mercati generali. Milo si è alzato mezz'ora fa e - accertatosi che tu, come sempre, avessi due caschi sulla Vespa - ti ha chiesto se potevi accompagnare a casa Cristina. Tu hai annuito e così lui le ha dato un veloce bacio sulla guancia, ha detto con tono misterioso che aveva da fare ed è sparito.
Gaspare vi sta preparando un altro di quei suoi intrugli da alchimista ammazzafegato: limoncello più "blu di Gaspare", più "furore di Prussia". Porta al tavolo due bicchierini da vodka in cui i liquori si sono depositati a strati, senza mischiarsi: giallo in basso, rosso al centro e poi blu. Sei certo che da qualche parte - probabilmente in cantina - Gaspare nasconda un laboratorio segreto, pieno di alambicchi, dove ricerca la Pietra Filosofale, quella che trasforma ogni metallo in oro, e l'Intruglio Definitivo, quello che ti fa cadere in trance al primo sorso.
Tiri giù il bicchierino in un sol colpo e, dopo qualche secondo, prendono fuoco contemporaneamente labbra, bocca, esofago e stomaco. Fai una smorfia di dolore e riprendi a parlare: "Prendi Adamo ed Eva e la faccenda della mela e del peccato originale. È una storia che fa acqua da tutte le parti. Ma quale peccato originale? In nessun sistema giudiziario esiste che tu paghi per le colpe di un altro. Anzi in certi paesi sì: i genitori pagano per i reati commessi dai figli minorenni. Ecco: lì il colpevole per la faccenda della mela sarebbe stato dio in persona. Vedi, anche questa storia fa acqua, fa acqua da tutte le parti."
"Non me ne intendo di queste faccende. Mai andata bene in catechismo" scherza Cristina.
Tu le sorridi: "Ma sono importanti. Prendi l'inferno, ad esempio, la punizione eterna. Andiamo, se io fossi dio, l'inferno non l'avrei neanche potuto immaginare, mi sembra una cosa troppo da bastardi. E vuoi dire che io sono più buono di dio?"
Cristina si tira giù il bicchierino in un sorso e fa una smorfia e diventa rossa e ti guarda, ha le pupille lucide come i bottoni di un cappotto.
Tu prosegui: "La verità, Cristina, è che tutte queste storie sono in contraddizione e fanno acqua da tutte le parti. Anzi, il mondo intero è stato congegnato perché tutto sia in contraddizione e faccia acqua da tutte le parti... e non solo... è stato congegnato in modo che la vita stessa insegni a ciascuno cose diverse, spesso contrapposte, e tutte quante inesplicabilmente valide."
Cristina scuote la testa: "Non ti seguo più, Vittorio..."
"Neanch'io, se è per questo" rispondi. "Sto farneticando. È colpa degli intrugli di Gaspare."
Cristina annuisce.

Enrico Remmert, La ballata delle canaglie, Venezia, Marsilio Editori, 2002 (pp. 140-141)

(avrei voluto mettere le bellissime riflessioni finali del libro... ma nel caso qualcuno se lo voglia leggere - cosa che consiglio - mica mi posso prendere la responsabilità di fare intuire come termina la storia... :o )
"Salute, soggetti"!

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