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Sunday, October 21, 2007

L'onere della prova alla rovescia

Con L'Unità è in edicola il terzo volume della raccolta dedicata a Marco Travaglio. Dopo il volume sull'origine delle ricchezze berlusconiane e l'interessante Montanelli e il Cavaliere, ecco ora Bananas. Un anno di cronache tragicomiche dallo stato semilibero di Berlusconia. Si tratta di una raccolta di commenti del nostro Travaglio sull'Unità tra 2002 e 2003. Ho appena cominciato a leggerlo e, ovviamente, mi ha subito "preso"; questo tenuto conto che, sulla scorta del parere di Chiaberge del Sole 24 Ore e come già credo di essermi espresso almeno a voce con qualcuno di voi, Travaglio è uno dei maghi della documentazione scritta, evidenziando invece forti carenze nella "prova orale". Tradotto: invece che presenziare a certi programmi e a fare affermazioni magari anche condivisibili ma altrettanto non documentate, meglio farebbe a tenere ben oliato il meccanismo svizzero del suo ormai leggendario archivio. Questo lo dico da (ex?) filologo.
Comunque vi riporto un bel corsivo di M. T. del 17/9/2002, anche più caustico del solito. Ma, direi, a buon diritto: è utile per capire dove e come siamo stati non troppo tempo fa e in quali abissi, ahimè, a intervalli regolari andiamo sempre a infilarci per poi cercare faticosamente di uscirne. Mi preme sottolineare, infine, che è anche un eccellente esempio di scrittura giornalistica; leggere per credere e per apprezzare le numerose finezze.


C'è del Castelli in Danimarca
(Polemiche sulla grande manifestazione del 14 settembre contro la legge Cirami. Proteste dei detenuti nelle carceri per sollecitare l'indulto)

Il cosiddetto ministro della Giustizia Roberto Castelli, tutto giulivo per la sua trovata sulla sinistra che fomenta i "moti di piazza" e la rivolta nelle carceri, insiste: "Sono cosciente - dice in tournée a Copenhaghen - della gravità delle mie affermazioni. Ma la sinistra dimostri che quanto ho detto non è vero". Già è sorprendente scoprire che Castelli è cosciente di qualcosa. E fa tenerezza sentir parlare nel 2002 di "moti di piazza", espressione che non si ascoltava dai tempi di Bava Beccaris. Ora manca soltanto la "radunata sediziosa". Ma la vera notizia è un'altra: il noto giureconsulto padano ha scelto la Danimarca per lanciare la Nuova Frontiera del garantismo all'italiana: l'onere della prova alla rovescia. Uno scarica sull'avversario la prima accusa che gli passa per la testa. E se l'altro non porta le prove della propria innocenza entro cinque minuti, allora vuol dire che è stato lui. Con tutti gli amici e i clienti che hanno in carcere quelli del Polo, è perlomeno singolare che l'ingegner Castelli attribuisca le rivolte ad altri. Ma lui è un garantista doc, e se i detenuti non gradiscono i "grand hotel" nei quali sono generosamente ospitati, dev'esserci lo zampino di Pietro Folena o di Paolo Cento. La scuola è quella dell'avvocato Taormina, che addita i vicini di casa per il delitto di Cogne, poi avverte che gli mancano ancora le prove, ma non importa: prima o poi salteranno fuori. Intanto questi signori valdostani spieghino perché hanno scelto di abitare proprio lì.
Ora alcuni esponenti dell'Ulivo chiedono, come per Taormina, la testa di Castelli. Il problema è trovarla.

1 Comments:

Blogger guccia said...

Incredibile, qualcuno ancora dice le cose come stanno e fa persino dell'ironia intelligente.
Mi piace Travaglio, ma ti stai leggendo quel libro ora?

October 22, 2007 6:07 pm  

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