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Saturday, February 24, 2007

E la rosa risplende sulla cima

Nel diciassettesimo anniversario della scomparsa, un breve tributo ad Alessandro "Sandro" Pertini, uno dei più importanti uomini politici italiani di tutti i tempi e, a mio modesto parere, tuttora il miglior Presidente che la Repubblica abbia avuto.
Per farsi una cultura sul personaggio, la solita Wikipedia ha una pagina altamente esaustiva su Pertini, a cui pertanto rinvio. Posso solo riportare alcuni fatti di un certo rilievo. Li enumero qui di seguito.
  1. Socialista "a vita", non tradì mai la sua convinzione politica e fu portatore di un'interpretazione "rigorista" del socialismo, che prevedeva di non cedere assolutamente sul valore assoluto della libertà. Tuttora, è difficile trovare un esempio migliore di ricerca della massima coerenza nell'azione politica.
  2. Antifascista della prima ora, subì la persecuzione ideologica del regime e fu condannato al confino; riparò clandestinamente in Francia e fu uno dei più attivi tra gli esiliati. Ritornò in Italia con documenti falsi, ma fu poi arrestato e riprocessato. Durante la lettura della sentenza che lo spediva al confino interruppe il giudice gridando: "Abbasso il fascismo, viva il socialismo", giusto per far capire che tipino era...
  3. Libero solo nel '43, tornò a Roma e si aggregò alla Resistenza della capitale; assieme a Saragat rischiò l'esecuzione da parte dei nazifascisti, ma i due furono fortunatamente liberati dai GAP.
  4. Pacifista convinto, dimostrò la sua idea in molte occasioni; tanto per dirne una, votò contro l'approvazione del Patto Atlantico ritenendolo uno strumento di guerra e nulla più (anvedi!). E, soprattutto, durante il discorso di insediamento alla Presidenza della Repubblica, proclamò la natura pacifica dell'Italia: "si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra".
  5. Sostanzialmente, non gliene fregava niente e, se doveva dire qualcosa, non si faceva scrupolo nell'esprimersi. Qualche esempio: parlava apertamente di mafia e camorra; accusò senza mezzi termini le speculazioni degli amministratori sul terremoto del Belice; dopo la visita all'Irpinia terremotata, denunciò l'inefficienza dello stato che lui stesso rappresentava e sottolineò la mancanza di interventi legislativi sulle situazioni di emergenza. Eccetera. Soprattutto, rimane emblematico l'intervento a un assemblea della FIOM durante gli anni di piombo, in cui arringò gli operai dicendo: "Io oggi non sono qua come Presidente della Repubblica, ma come il compagno Sandro Pertini [sic!], io le Brigate Rosse le ho viste in faccia durante la Resistenza, quelle erano le vere Brigate Rosse! Quelli di oggi sono solo dei codardi! Ricordatevelo!", e venne applaudito dalla folla.
  6. Scelse per le sue 5 nomine di senatori a vita personalità non certo ovvie: possiamo ricordare Eduardo De Filippo, il filosofo Norberto Bobbio e Carlo Bo (grande Pertini!).
Di "perle" del nostro eroe se ne potrebbero ovviamente ricordare molte altre.
Come ricordo, non posso che riportare lo splendido poemetto dedicatogli da Edoardo Sanguineti. Raramente ho letto qualcosa di più poeticamente riuscito ([lacrimuccia], dato che col senno di poi ha proprio il valore di un epitaffio).

Per una rosa (da Fanerografie 1982-1991)

chi ha resistito, gli è fiorito il cuore
rosa dei rossi fuochi partigiani:
questo è colore per le nostre aurore,
è il caldo sole nel giusto domani:
sbocciato è il giorno, e la notte era nera,
ma se rigido fu l'inverno, prima,
fiorì di rose rossa primavera,
e la rosa risplende sulla cima:

(per Sandro Pertini)

1 Comments:

Blogger guccia said...

In Italia IL presidente.
Mia mamma ha sulla cartella che usa per andare in comune la sua foto e quella di Allende.

February 28, 2007 3:58 pm  

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