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Saturday, October 27, 2007

Il diavolo nella bottiglia

Da un curioso libro del professore universitario torinese Maurizio Ferraris (Dove sei? Ontologia del telefonino, Milano, Bompiani, 2005) estrapolo l'intermezzo tra le sue due parti. La storia di Stevenson non mi era ancora nota, ma quello è il meno: è interessante la considerazione a margine sullo stato della filosofia. Non sono molto ferrato in materia, ma mi è sembrata meritevole. La riporto pertanto qui a seguire; nella mia edizione (Il Sole 24 Ore, 2007) si trova alle pp. 209-210.

Il diavolo nella bottiglia

Spegniamo il telefonino e leggiamo una storia. È di Robert Louis Stevenso, quello dell'Isola del tesoro, ma il racconto, angoscioso, è un altro, Il diavolo nella bottiglia. Narra le peripezie di una bottiglia magica, con dentro il diavolo, capace di dare ogni bene del mondo a chi ne fosse il proprietario, a condizione che costui gli vendesse l'anima. Rispetto a patti faustiani di questo genere, tuttavia, la bottiglia offriva una via d'uscita. Bastava che a un certo punto, ottenuti i risultati, il proprietario vendesse la bottiglia e il gioco era fatto: se la sarebbe dovuta vedere il nuovo acquirente. Tutto a posto? Fino a un certo punto. Perché la bottiglia andava rivenduta alla metà del prezzo di acquisto. All'inizio, era facilissimo. Ancora ai tempi di Napoleone, che grazie alla bottiglia aveva avuto tutto quello che ha avuto, tranne disfarsene forse troppo precipitosamente, la bottiglia valeva una fortuna. Ma, dai e dai, alla fine valeva soltanto, poniamo, un Euro.
A questo punto le chances di rivenderla si riducono a due: 50 cent, 25 cent e poi finisce lì, perché non ci sono monete da 0,50 cent. Chi compra la bottiglia è avvisato. L'unica possibilità di disfarsene è di trovare prima un tonto e poi un masochista votato alla perdizione eterna.
Qualcosa del genere è successo nella filosofia degli ultimi decenni. Diciamo che chi ha proclamato che "il mondo vero è diventato una favola", cioè che la verità vera ce l'ha solo la scienza, o che neanche la scienza è vera e bisogna darsi alla fantasia, si è comprato la bottiglia per un Euro. Applaudito e riverito in vita, negli ultimi giorni si è posto il problema del dopo, e a questo punto ha trovato qualcuno, il tonto, che gliel'ha comprata per 50 cent. Questi, sparandola ancora più grossa, ha sostenuto che la verità non esiste. Grande effetto e grande commozione, anche perché la verità può far male o risultare spiacevole. E dunque anche qui banchetti e plausi e convegni, sino al momento in cui, di nuovo, il negatore della verità si è posto il problema del salvarsi l'anima. Doveva, per sua disgrazia, trovare qualcuno che fosse del tutto masochista, perché anche un tonto sa che non c'è una moneta divisionaria per i 25 cent. Incredibile ma vero, lo trovò: era chi sosteneva che non ci sono fatti, solo interpretazioni.
Io non so poi come se l'è cavata l'ultimo, cioè se sia riuscito a convincere il diavolo del fatto che non ci sono fatti, ma solo interpretazioni, e che dunque il patto non sussisteva. Non lo so, davvero. Ma forse qualcosa possiamo imparare da tutta questa storia: non è vero che il mondo è a nostra disposizione, non è vero che è una semplice rappresentazione nella testa di soggetti. [...]


P. S.: ho cominciato a leggere Vedo Satana cadere come la folgore di Girard e sto documentandomi sull'autore. Seguiranno aggiornamenti.

3 Comments:

Blogger Giacomo said...

:) !! Bravo, bravo... in effetti è un tizio piacevole da seguire, ha sempre questo genere di trovate... e i suoi corsi sono piuttosto affollati. Il percorso qui simpaticamente descritto rende bene l'idea di come, pur partendo da validi presupposti, si possa finire a conclusioni insulse o anche pericolose, a non metter testa in come si procede. Si potrebbe anche banalizzare: la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni (che poi non è affatto banale, a pensarci: secondo me, un proverbio sottostimato. Tra l'altro, sempre in tema diabolico... forse non a caso...!).

Beh, vevo regalato questo libro a mio fratello due anni fa, cominciai a leggere qualche pagina ma poi l'abbandonai: peccato; se lo leggi per intero poi mi baso sul tuo giudizio per decidere se riprenderlo in mano o meno...!

(ma ti appassiona il diavolo, ultimamente...?)

October 28, 2007 12:43 pm  
Blogger guccia said...

Interessante, quanta cultura gira da questo blog ultimamente ;)

Anch'io sfioro la filosofia in questi giorni, Modena è sempre il luogo giusto per accaparrarsi stimoli del genere.

Il problema è che non hai ancora trovato lavoro? Beato te :)

October 31, 2007 11:00 am  
Anonymous Anonymous said...

neanche io sono ferrata sulla filosofia, oggi.
devo chiedere a marcy. anzi, se riesco a connettere il cervello e a ricordare le cose che dico, gli faccio leggere il tuo post :)

me curiosa.

January 06, 2008 8:29 pm  

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