Il quintetto "La trota"
Ho acquistato questo interessantissimo DVD, contenente il remaster del video di uno storico concerto del 1969, e l'ho trovato veramente eccellente. La qualità, è vero, non è comparabile con quella ottenibile coi mezzi attuali, ma la Opus Arte ha fatto comunque un buon lavoro di ripulitura e "aggiornamento" della vecchia pellicola. Sui contenuti musicali, niente da eccepire: è un documento straordinario. Ma andiamo con ordine.
Gli artefici di questa memorabile esecuzione del quintetto per pianoforte e archi in La maggiore (D 667) di Franz Schubert furono cinque giovani musicisti già affermati presso il pubblico degli addetti ai lavori, ma ancora in attesa di conoscere la fama popolare che li avrebbe raggiunti. Era una specie di supergruppo, in cui i rapporti di amicizia tra i componenti facevano sì che le pur brillanti personalità solistiche non creassero contrasti o sperequazioni a favore di uno piuttosto che dell'altro. Il direttore artistico era il già esperto Daniel Barenboim, classe 1942 (quindi 27 anni all'epoca), pianista e direttore d'orchestra, qui impiegato nella parte di strumentista. Al violoncello la moglie, Jacqueline Du Pré, solista di qualità fuori dall'ordinario e da pochi altri eguagliate, ancora lontana dalla malattia (sclerosi multipla) che diciott'anni dopo se la sarebbe portata via. Aveva 24 anni all'epoca di questa registrazione... ma già l'esperienza e il tiro della veterana. Violino per Itzhak Perlman, coetaneo della Du Pré, talento da vendere e grande carisma nel convivere coi postumi della poliomielite che contrasse da bambino (cammina con le stampelle e suona, ovviamente, da seduto). Alla viola un giovanissimo e valente collega violinista, occasionalmente "spostatosi" sullo strumento gemello: Pinchas Zuckerman, 21 anni nel '69. Per quanto riguarda il contrabbasso, se ne occupò l'unico del gruppo che fosse un po' più apprezzato dal grande pubblico; era anche il più anziano (si fa per dire... 30 anni) della squadra. Zubin Mehta, infatti, al conservatorio aveva scelto come strumento il contrabbasso, che però solo raramente ha suonato in pubblico; ecco quindi una delle poche occasioni documentate in cui lo si può vedere in veste di strumentista. E si scopre che, oltre a dirigere in maniera impeccabile, suona anche bene!
I cinque erano molto amici e spesso suonavano assieme, dal vivo e in studio. L'organico del quintetto "La trota" di Schubert era particolarmente adatto a questo ensemble, e perciò ebbero l'idea di prepararlo ed eseguirlo alla Queen Elizabeth Hall di Londra. Il regista Christopher Nupen, specializzato in riprese cinematografiche di eventi musicali, non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di filmare l'evento. Oltre al concerto vero e proprio, qualche chicca nel pre- e post-stage: riscaldamento con gli strumenti scambiati (una specie di dreamtheateriano Nightmare Cinema ante-litteram!), discussioni sull'ordine di ingresso sul palco... pochi minuti, ci sarebbe voluto più spazio per documentare la storica autoironia dei cinque al di fuori delle circostanze ufficiali (basti ricordare che si facevano scherzosamente chiamare The Jewish Musical Mafia!).
Qualche parola sul quintetto, datato 1819 circa. Il nome è effettivamente curioso, e proviene dal fatto che il quarto movimento è un tema con variazioni basato su un celebre Lied per voce e pianoforte che lo stesso Schubert aveva scritto due anni prima, intitolato Die Forelle ("La trota", per l'appunto), numero di catalogo D 550. L'ultima variazione si configura anche come "pittura musicale" del nuoto della trota, che a tratti emerge dall'acqua per poi ritornare sotto; è questa una ripresa del Lied, in cui l'autore già aveva adoperato un artificio simile. Il quintetto si compone di cinque movimenti, tra cui si può segnalare il tranquillo Andante, il brillante Scherzo che segue e il movimentato finale in tempo Allegro giusto. Per quanto concerne il primo tempo, nonostante la qualità dei temi adoperati e delle soluzioni compositive di tutto riguardo, risente un po', a mio avviso, della tendenza alla prolissità frequentemente rilevabile in Schubert. Solo un'opinione personale, s'intende.
Dall'articolo di Wikipedia a proposito del Trout quintet apprendo una cosa che non sapevo, e cioè la motivazione della particolare formazione richiesta dal compositore: oltre al piano, non un quartetto standard, ma un violino in meno e un contrabbasso in più. Stando alla fonte citata, J. N. Hummel scrisse un quintetto col medesimo organico strumentale (che non conosco e che a questo punto mi piacerebbe ascoltare!) e Schubert avrebbe composto per un gruppo di musicisti che aveva in repertorio proprio la composizione di Hummel.
Bene, dovrei aver detto più o meno tutto quel che volevo. Non ho riletto il (lungo) post e mi spiacerebbe che ci fossero errori, che ovviamente però voi mi segnalerete prontamente! :) Per chiudere sul DVD, un unico suggerimento: accattatevillo!!!
Gli artefici di questa memorabile esecuzione del quintetto per pianoforte e archi in La maggiore (D 667) di Franz Schubert furono cinque giovani musicisti già affermati presso il pubblico degli addetti ai lavori, ma ancora in attesa di conoscere la fama popolare che li avrebbe raggiunti. Era una specie di supergruppo, in cui i rapporti di amicizia tra i componenti facevano sì che le pur brillanti personalità solistiche non creassero contrasti o sperequazioni a favore di uno piuttosto che dell'altro. Il direttore artistico era il già esperto Daniel Barenboim, classe 1942 (quindi 27 anni all'epoca), pianista e direttore d'orchestra, qui impiegato nella parte di strumentista. Al violoncello la moglie, Jacqueline Du Pré, solista di qualità fuori dall'ordinario e da pochi altri eguagliate, ancora lontana dalla malattia (sclerosi multipla) che diciott'anni dopo se la sarebbe portata via. Aveva 24 anni all'epoca di questa registrazione... ma già l'esperienza e il tiro della veterana. Violino per Itzhak Perlman, coetaneo della Du Pré, talento da vendere e grande carisma nel convivere coi postumi della poliomielite che contrasse da bambino (cammina con le stampelle e suona, ovviamente, da seduto). Alla viola un giovanissimo e valente collega violinista, occasionalmente "spostatosi" sullo strumento gemello: Pinchas Zuckerman, 21 anni nel '69. Per quanto riguarda il contrabbasso, se ne occupò l'unico del gruppo che fosse un po' più apprezzato dal grande pubblico; era anche il più anziano (si fa per dire... 30 anni) della squadra. Zubin Mehta, infatti, al conservatorio aveva scelto come strumento il contrabbasso, che però solo raramente ha suonato in pubblico; ecco quindi una delle poche occasioni documentate in cui lo si può vedere in veste di strumentista. E si scopre che, oltre a dirigere in maniera impeccabile, suona anche bene!
I cinque erano molto amici e spesso suonavano assieme, dal vivo e in studio. L'organico del quintetto "La trota" di Schubert era particolarmente adatto a questo ensemble, e perciò ebbero l'idea di prepararlo ed eseguirlo alla Queen Elizabeth Hall di Londra. Il regista Christopher Nupen, specializzato in riprese cinematografiche di eventi musicali, non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di filmare l'evento. Oltre al concerto vero e proprio, qualche chicca nel pre- e post-stage: riscaldamento con gli strumenti scambiati (una specie di dreamtheateriano Nightmare Cinema ante-litteram!), discussioni sull'ordine di ingresso sul palco... pochi minuti, ci sarebbe voluto più spazio per documentare la storica autoironia dei cinque al di fuori delle circostanze ufficiali (basti ricordare che si facevano scherzosamente chiamare The Jewish Musical Mafia!).
Qualche parola sul quintetto, datato 1819 circa. Il nome è effettivamente curioso, e proviene dal fatto che il quarto movimento è un tema con variazioni basato su un celebre Lied per voce e pianoforte che lo stesso Schubert aveva scritto due anni prima, intitolato Die Forelle ("La trota", per l'appunto), numero di catalogo D 550. L'ultima variazione si configura anche come "pittura musicale" del nuoto della trota, che a tratti emerge dall'acqua per poi ritornare sotto; è questa una ripresa del Lied, in cui l'autore già aveva adoperato un artificio simile. Il quintetto si compone di cinque movimenti, tra cui si può segnalare il tranquillo Andante, il brillante Scherzo che segue e il movimentato finale in tempo Allegro giusto. Per quanto concerne il primo tempo, nonostante la qualità dei temi adoperati e delle soluzioni compositive di tutto riguardo, risente un po', a mio avviso, della tendenza alla prolissità frequentemente rilevabile in Schubert. Solo un'opinione personale, s'intende.
Dall'articolo di Wikipedia a proposito del Trout quintet apprendo una cosa che non sapevo, e cioè la motivazione della particolare formazione richiesta dal compositore: oltre al piano, non un quartetto standard, ma un violino in meno e un contrabbasso in più. Stando alla fonte citata, J. N. Hummel scrisse un quintetto col medesimo organico strumentale (che non conosco e che a questo punto mi piacerebbe ascoltare!) e Schubert avrebbe composto per un gruppo di musicisti che aveva in repertorio proprio la composizione di Hummel.
Bene, dovrei aver detto più o meno tutto quel che volevo. Non ho riletto il (lungo) post e mi spiacerebbe che ci fossero errori, che ovviamente però voi mi segnalerete prontamente! :) Per chiudere sul DVD, un unico suggerimento: accattatevillo!!!
3 Comments:
Jacqueline Du Pre e' una violoncellista straordinaria.
Ma è il famoso dvd che hai ordinato al negozietto solito? Tra l'altro la commessa ormai mi saluta per strada! :P
F.
Caro Principe, è proprio quello! Felice di sentire che tra te e la gentil donnina si è instaurato un così cordiale rapporto...! :)
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