Argumentum ad consequentiam
Dunque, ovviamente non voglio entrare nel merito del dibattito; mi mantengo su un livello retorico, che è quello su cui posso pronunciarmi meglio.
Mons. Bagnasco, dopo aver comunicato la famosa nota della Cei, dice oggi: se si legalizzano le unioni di fatto, si apre la strada alla legalizzazione dell'incesto o della pedofilia tra consenzienti. Curioso accostamento... non nuovo comunque: un po' mascherata, ma è la vecchia storia "omosessuale = pedofilo" (sciogliete voi il mascheramento, non è difficile...).
Ciò rientra nella fallacia retorica denominata argumentum ad consequentiam: ci si oppone a una tesi sostenendo che da ciò consegue qualcos'altro, ma questo "qualcos'altro" si dimostra slegato dalle premesse. Lo spiega meglio questa dispensa dell'Università di Roma, vedete pure a pag. 29 nel dettaglio. Viene anche detto testualmente: "vi rientra il vizio del non sequitur - cioè il collegare argomentativamente le motivazioni ad una conclusione di per sé corretta, ma non correttamente connessa ai presupposti in discussione, giacché la conclusione non discende dagli argomenti". Aggiungerei anche che è frammisto all'argumentum ad metum, con il quale si prende come unica ragione sufficiente a ricusare una tesi l'agitazione di un timore di conseguenze da essa discendenti (si prende un fantasma e lo si collega alla figura reale).
Chiaro, no?
Non è neanche un argumentum dei più raffinati... bah. State attenti a gente che ha studiato troppo ma non è in grado di trovare ragioni efficaci a quello che fa...