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Tuesday, February 27, 2007

Bellagio?

Mai avrei potuto immaginare che il synth EMU Proteus 2000 (qui nella sua rara versione synth a tastiera PK-6) possedesse un suono (categoria sfx) denominato come la nota località sulle rive del lago di Como. Bah, si vede che qualche progettista della EMU c'era stato in vacanza! :D

Monday, February 26, 2007

Curiosità su 'The nightfly'

Scopro oggi che lo storico The nightfly di Donald Fagen (uno di quei dischi assolutamente DA AVERE anche se non vi piace il genere... ammesso che si possa definire un genere per questo capolavoro!), suo primo album solista (1982), è stato il primo album di musica cosiddetta "leggera" a venir registrato completamente in digitale. Questo stando alla solita Wikipedia; fonte alquanto attendibile, pertanto. Poi magari non è stato il primo assoluto... ma penso che una classifica sia alquanto difficile da stilare.
Non ricordo se in precedenti post ho già parlato dell'album... comunque è veramente una pietra miliare. I brani sono tutti... come dire... incredibili! Da I. G. Y. alla title track, dalla dolcissima Maxine alla ricercatissima Green flower street. L'allora trentaquattrenne Fagen, già a livelli compositivi molto elevati con gli Steely Dan, qui ha veramente dato il meglio di sé raggiungendo una completa maturità artistica. Il disco è spettacolare anche come produzione: sempre Wikipedia afferma che è uno dei favoriti... nei test degli impianti audio! E, aggiungo, assieme almeno al lavorone floyd-parsoniano di Dark side of the moon...! Come se non bastasse, collaborazioni di tutto rispetto: tra i tanti, il leggendario Michael Brecker al sax, Larry Carlton alla chitarra, Marcus Miller al basso, il compianto Jeff Porcaro alla batteria...
Se posso suggerire un ulteriore "contesto" per The nightfly... beh, che dire, portatevelo dietro se dovete viaggiare di notte! ;) Crea la giusta atmosfera... e - fatto non trascurabile - tiene ben desta l'attenzione!!!
Se volete farvi un'idea della musica, provate qui: The nightfly (il brano) è usato come "suggerimento" per un collage di immagini correlate all'album. ;) Specialmente in questa canzone, tra l'altro, la voce è spettacolare! :)

Saturday, February 24, 2007

E la rosa risplende sulla cima

Nel diciassettesimo anniversario della scomparsa, un breve tributo ad Alessandro "Sandro" Pertini, uno dei più importanti uomini politici italiani di tutti i tempi e, a mio modesto parere, tuttora il miglior Presidente che la Repubblica abbia avuto.
Per farsi una cultura sul personaggio, la solita Wikipedia ha una pagina altamente esaustiva su Pertini, a cui pertanto rinvio. Posso solo riportare alcuni fatti di un certo rilievo. Li enumero qui di seguito.
  1. Socialista "a vita", non tradì mai la sua convinzione politica e fu portatore di un'interpretazione "rigorista" del socialismo, che prevedeva di non cedere assolutamente sul valore assoluto della libertà. Tuttora, è difficile trovare un esempio migliore di ricerca della massima coerenza nell'azione politica.
  2. Antifascista della prima ora, subì la persecuzione ideologica del regime e fu condannato al confino; riparò clandestinamente in Francia e fu uno dei più attivi tra gli esiliati. Ritornò in Italia con documenti falsi, ma fu poi arrestato e riprocessato. Durante la lettura della sentenza che lo spediva al confino interruppe il giudice gridando: "Abbasso il fascismo, viva il socialismo", giusto per far capire che tipino era...
  3. Libero solo nel '43, tornò a Roma e si aggregò alla Resistenza della capitale; assieme a Saragat rischiò l'esecuzione da parte dei nazifascisti, ma i due furono fortunatamente liberati dai GAP.
  4. Pacifista convinto, dimostrò la sua idea in molte occasioni; tanto per dirne una, votò contro l'approvazione del Patto Atlantico ritenendolo uno strumento di guerra e nulla più (anvedi!). E, soprattutto, durante il discorso di insediamento alla Presidenza della Repubblica, proclamò la natura pacifica dell'Italia: "si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra".
  5. Sostanzialmente, non gliene fregava niente e, se doveva dire qualcosa, non si faceva scrupolo nell'esprimersi. Qualche esempio: parlava apertamente di mafia e camorra; accusò senza mezzi termini le speculazioni degli amministratori sul terremoto del Belice; dopo la visita all'Irpinia terremotata, denunciò l'inefficienza dello stato che lui stesso rappresentava e sottolineò la mancanza di interventi legislativi sulle situazioni di emergenza. Eccetera. Soprattutto, rimane emblematico l'intervento a un assemblea della FIOM durante gli anni di piombo, in cui arringò gli operai dicendo: "Io oggi non sono qua come Presidente della Repubblica, ma come il compagno Sandro Pertini [sic!], io le Brigate Rosse le ho viste in faccia durante la Resistenza, quelle erano le vere Brigate Rosse! Quelli di oggi sono solo dei codardi! Ricordatevelo!", e venne applaudito dalla folla.
  6. Scelse per le sue 5 nomine di senatori a vita personalità non certo ovvie: possiamo ricordare Eduardo De Filippo, il filosofo Norberto Bobbio e Carlo Bo (grande Pertini!).
Di "perle" del nostro eroe se ne potrebbero ovviamente ricordare molte altre.
Come ricordo, non posso che riportare lo splendido poemetto dedicatogli da Edoardo Sanguineti. Raramente ho letto qualcosa di più poeticamente riuscito ([lacrimuccia], dato che col senno di poi ha proprio il valore di un epitaffio).

Per una rosa (da Fanerografie 1982-1991)

chi ha resistito, gli è fiorito il cuore
rosa dei rossi fuochi partigiani:
questo è colore per le nostre aurore,
è il caldo sole nel giusto domani:
sbocciato è il giorno, e la notte era nera,
ma se rigido fu l'inverno, prima,
fiorì di rose rossa primavera,
e la rosa risplende sulla cima:

(per Sandro Pertini)

Monday, February 19, 2007

Io avrò anche la brutta abitudine di non rileggere quello che scrivo, ma...

... anche chi lavora all'Ansa non scherza! :o
Prendete l'ultima notiziola che ho letto.
Leggete l'ultima frase.
Magari mi son rincoglionito io, non è detto. Comunque io leggo:

"Il video è stato donato al Sixth Floor Museum, il museo creato all'interno dell'edificio usato da Lee Harvey Oswald per sparare contro il presidente che lo ha messo su Internet."

Un capolavoro. Lee Harvey Oswald ha preso un edificio e con esso ha sparato contro Kennedy, quest'ultimo essendo colpevole di aver messo il povero Oswald su Internet (presumibilmente sputtanandolo, non vedo altra ragione), e ora dentro l'edificio in questione c'è un museo.
Ok, posso concedere l'uso un po' ambiguo di "usare"... ma per il resto... :| :| :|

Sunday, February 18, 2007

Ma tra gli uomini sono i più poveri e i più soli

Siccome qualche tempo fa ho accennato alla tematica, diciamo così, angelica in virtù di Il cielo sopra Berlino, mi permetto di suggerire un interessante volumetto: Bussagli Marco, Storia degli angeli. Racconto di immagini e di idee, Bompiani, 2003. Si parla della rappresentazione della figura dell'angelo nei secoli all'interno della cultura cristiana. Esauriente e interessante, è un bel saggio monografico di storia dell'arte. Vi sono riportati molti inviti a osservare con attenzione il dettaglio delle rappresentazioni pittoriche (e, incidentalmente, scultoree) di queste figure per rinvenirvi tratti distintivi di un modo di pensarle e di "leggere", per traslato, il sentimento religioso delle varie epoche.
Vi sono anche rilevanti approfondimenti culturali su vari aspetti del problema. Riporto un breve passo dal cap. 3.2 (Angeli, nuvole e venti, ovvero il problema delle ali):

"Il passo che secondo gli studiosi giustifica la presenza della ali nell'iconografia angelica è quello già ricordato dell'Apologeticum di Tertulliano, dove si legge:

Ogni spirito è alato; per questo, Angeli e demoni in un attimo sono dappertutto: il mondo intero, per loro, è un unico luogo; ovunque accada qualcosa, lo sanno con la stessa facilità con cui lo annunciano. Si crede che la velocità sia di natura divina, perché se ne ignora la sostanza.

Le parole di Tertulliano potrebbero sembrare una sorta di esagerazione ingenua del volo degli uccelli, che egli assai più veloce negli spiriti in quanto esseri sovrannaturali e perciò dotati di qualità assai amplificate. Del resto, abbiamo visto che Filone di Alessandria avvicina esplicitamente Angeli, anime e uccelli, tutti accomunati dal fatto che, secondo il filosofo, essi abitano l'aria [...]. Nello scritto di Tertulliano il riferimento agli uccelli è implicito nel cenno alle ali come mezzo di propulsione per rapidi spostamenti. [...]
Tuttavia, a ben guardare, il passo dell'apologeta cristiano descrive il volo angelico in termini completamente diversi da quelli del volo degli uccelli. Gli Angeli si spostano ad una velocità tale che il loro arrivo è subitaneo. 'In un attimo sono dappertutto' dice Tertulliano. Anche nella Bibbia essi 'scompaiono' istantaneamente (Tb 12,21). Sembra perciò che il volo degli Angeli non abbia la fisicità di quello degli uccelli che si muovo col battere le ali. Anzi, vien da domandarsi che cosa ci stiano a fare le ali dietro le figure angeliche e perché l'autore dell'Apologeticum si preoccupi di scrivere che tutti gli spiriti sono alati, se questi appaiono e scompaiono nel giro di un batter di ciglia senza che le ali abbiano neppure il tempo di muoversi.
E, a maggior ragione: perché gli artisti, dal V secolo in poi, le apposero alla figura dell'Angelo-uomo? Scriveva Isidoro di Siviglia - un paio di secoli dopo la comparsa delle prime raffigurazioni di Angeli alati - che si permetteva ai pittori di dipingere gli Angeli con le ali perché queste

... in tutti loro ne significassero il rapido guizzo, proprio come nelle favole dei poeti i venti son detti posseder le penne per via della velocità, s'intende! Giacché la Sacra Scrittura dice: 'Colui che cammina sulle ali dei venti' (Sal 104[103],3).

Il santo vescovo di Siviglia chiarisce in queste poche righe ogni equivoco. La presenza delle ali nella rappresentazione degli Angeli è una convenzione, esattamente come lo è, nel linguaggio poetico, attribuire ai venti penne e ali."

Per cui, libro consigliato. 9 euro sono anche una cifra tranquillamente spendibile per l'opera in questione.

Seconda parte.
Ho osservato una cosa cui non avevo prestato attenzione fino a questo interessamento per la faccenda. Quando vado a suonare l'organo alla domenica sera la chiesa è tutta illuminata per la celebrazione. Sulla volta della navata ci sono vari affreschi con raffigurazioni di argomento religioso (... ovviamente! :D ). Nell'ultima parte vicino alla porta principale, quasi sopra lo strumento, sono raffigurati degli angeli musicanti. Non li avevo mai notati! In tanti anni che vedo lo stesso edificio! Incredibalcibali. Difatti non si vedono facilmente, di solito tutti guardano l'altare quando visitano una chiesa o seguono la messa. Semmai quindi vedranno gli affreschi che stanno nella parte prossima al transetto, o poco più indietro se proprio alzano lo sguardo.
Quando invece vado a provare (qualche volta sopra settimana mi capita di avere un po' di tempo) la chiesa è tutta scura e quindi 'un ci si vede punto. Eppure sono carini 'sti angioletti sopra la capoccia dell'organista... si spera sempre che ispirino l'esecuzione musicale! Sono otto, quattro sulla sinistra e quattro sulla destra. Strumenti vari: due arpe (una probabilmente è più una cetra), un violino, una viola da gamba, una specie di corno e un altro strumento a fiato simile a un flauto. Particolare curioso è che i due rimanenti fungono da "leggii", reggendo una sorta di spartito in forma di striscia allungata (rappresentazione convenzionale); in fondo, è come l'allievo che va a girare le pagine al maestro pianista quando quest'ultimo dà un concerto.
Nota storica: mi è venuto in mente adesso che l'organo non è sempre stato in quella posizione! Prima era totalmente in un altra zona della chiesa. Quindi, siccome non mi pare verosimile che
così, tanto per gradire, siano stati fatti affreschi di angeli musicanti proprio in quella posizione, i dipinti di cui vi parlo devono essere successivi all'installazione dell'organo f.lli Mentasti sopra la porta maggiore (1831, se non vado errato).

Terza parte.
Come definire un angelo? Un tentativo davvero bello, moderno e poetico è dato da uno che di certo non è né un teologo né un mistico: Lucio Dalla. Se io fossi un angelo fa riflettere su svariate cose. Ne ho evidenziate, nel testo, due o tre.

Se io fossi un angelo
chissà cosa farei.
Alto, biondo, invisibile
che bello che sarei ,
e che coraggio avrei...

Sfruttandomi al massimo
è chiaro che volerei;
Zingaro, libero,
tutto il mondo girerei.
Andrei in Afghanistan
e più giù in Sudafrica,
a parlare con l'America,
e se non mi abbattono
anche coi russi parlerei.

Angelo, se io fossi un angelo
con lo sguardo biblico vi fisserei.
Vi do due ore, due ore al massimo,
poi sulla testa vi piscerei;
sui vostri traffici,
sui vostri dollari,
sulle vostre belle fabbriche
di missili, di missili.

Se io fossi un angelo, non starei mai nelle processioni
nelle scatole dei presepi;
starei seduto fumando una Marlboro
al dolce fresco delle siepi.
Sarei un buon angelo, parlerei con Dio,
gli ubbidirei amandolo a modo mio,
gli parlerei a modo mio e gli direi:
"Cosa vuoi da me tu?"
"I potenti che mascalzoni... e tu cosa fai, li perdoni?"
"Ma allora sbagli anche tu!"
Ma poi non parlerei più.

Un angelo, non sarei più un angelo
se con un calcio mi buttano giù.
Al massimo sarei un diavolo
e francamente questo non mi va.
Ma poi l'inferno cos'è?
A parte il caldo che fa,
non è poi diverso da qui;
perché io sento che, son sicuro che...

Io so che gli angeli sono milioni di milioni
e che non li vedi nei cieli, ma tra gli uomini
sono i più poveri e i più soli,
quelli presi tra le reti,
e se tra gli uomini nascesse ancora Dio,
gli ubbidirei amandolo a modo mio,
a modo mio...

Wednesday, February 14, 2007

2004-2007

Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970 - Rimini, 14 febbraio 2004).
Ciao Pirata, sei sempre con noi. Mi piace ricordarti come nella foto qui sopra, nel momento in cui scatti nella tappa regina del Tour 2004, che ti incoronerà campione della Grande Boucle e del ciclismo mondiale. Ma purtroppo mi devo anche ricordare della sera di tre anni fa in cui tornai a casa e mio padre, ancora sveglio e davanti alla televisione, mi comunicò la notizia della tua improvvisa e tragica scomparsa.
Di te si può dire tutto e il contrario di tutto (è stato anche fatto...), si può provare a trovare una ragione per ogni tuo successo e ogni tua sconfitta, si può provare sincera compartecipazione alla tua vicenda umana e si può biasimarti per quelle che, grossolanamente, vanno sotto l'etichetta di "debolezze" della tua "vicenda umana". O almeno sono queste le definizioni che danno i giornali. Ma morire a 34 anni, da solo e in quel modo, dopo tutte le cose belle che hai fatto vivere a tante persone... mi dispiace, per me tuttora non trova una spiegazione convincente.

2000 blogger italiani

I più attenti avranno notato la comparsa a fianco di un bannerino categoria c. d. antipixel nella barra laterale. Qui sotto invece vi è il formato grande:

Si tratta di un'iniziativa volta a raccogliere 2000 volti di blogger italiani e farne un collage con i link ad essi relativi.
Segnalatami dall'amica blogger GloriaMundi, l'idea mi è sembrata interessante e mi son detto: perché no? Mettiamo in 'sto collage pure la mia bella faccia da perno (questa è difficile da capire... solo chi mi ha sentito raccontare una certa storiella o chi l'avesse letta o sentita altrove ci riuscirà ahahahah :D ), anche in un'ottica di public relationship.
Io sono alla riga 14, colonna 8. Gli iscritti son circa 250 finora, quindi ci sono ancora molti posti disponibili per eventuali miei lettori interessati e per le loro facce. Da perno o meno.

Tuesday, February 13, 2007

Replique

Ascoltavo giusto ieri per l'ennesima volta il Carnaval op. 9 di Schumann. Arrivo alla Replique e noto una cosa che mi era fino ad allora sfuggita. Mi fa sempre piacere - detto per inciso - trovare cose nuove ogni volta che riascolto una determinata composizione: vuol dire che l'autore ha fatto veramente un bel lavoro! Chiusa parentesi. Ad ogni modo, vado a prendere lo spartito e leggo il punto "incriminato". E ci trovo la seguente situazione:


Ho cerchiato in rosso (si vede poco nell'interlineare, ingrandite l'immagine) la nota che mi ha colpito. Nella seconda battuta qui riportata, su pedale di la (dominante) si muovono la voce di "replica" (la chiamo così perché è quella che si ricollega al tema di Coquette, il numero precedente) e le sue appoggiature inferiori e il tema proprio del brano (re - re - fa - mi - re).
Solo leggendo ho capito perché mi "disturbava" (scherzo!) l''appoggiatura del si# a do#: data l'enarmonia da temperamento equabile, la percepivo come do - do#, che sarebbe un modo curioso di fare cadenza adoperando nel corso di un solo quarto la scala minore naturale e la consueta minore melodica. Se si leggono però tutti i passaggi con il disegno di "replica", si nota che Schumann ha adoperato tutte appoggiature per semitono diatonico (si veda il solo esempio qui sopra: mi - fa, do# - re, sol#- la, mi - fa. Manca l'ultimo elemento, e per analogia non poteva che essere si#- do#. Infatti: 1) si - do# è tono e spezza il modello, eppoi avrebbe dato troppo il senso di triade di mi minore su pedale di la; 2) do - do# è semitono cromatico e a rigore anch'esso non rispetta il modello. Risolto il problema.
Ecco anche un mp3, qualità non buona (24 kps) ma comunque ascoltabile per farsi un'idea.

5000+

Come noterete dal bannerino Shinystat a lato, il blog ha superato da poco le 5000 visite.
Che dire... grazie a tutti per l'attenzione! Speriamo di arrivare a raddoppiare la cifra molto presto. :D

Monday, February 05, 2007

Compañero

DAMIEL. Allora?
CASSIEL. Levata del sole 7:22, calata del sole 16:28, levata della luna 19:04. Livello dell'acqua dell'Havel e della Spree... Vent'anni fa un caccia sovietico si schiantava a Spandau, proprio qui vicino al lago di Schloss. Cinquant'anni fa ci furono...
DAMIEL. ... le Olimpiadi.
CASSIEL. Duecento anni fa Nicolas François Blanchard sorvolò la città in aerostato.
DAMIEL. L'hanno fatto di recente anche i fuggiaschi.
CASSIEL. E oggi... in via Lilienthal c'era uno che camminava sempre più lento, e poi si è messo a guardare al di sopra delle sue spalle, nel vuoto. All'ufficio postale 44 uno che oggi vuol farla finita ha attaccato francobolli speciali sulle sue lettere d'addio, uno sull'altro, e poi di fuori, sulla Mariannenplatz, ha parlato inglese per la prima volta dai tempi della scuola con un soldato americano, e anche correntemente. A Plotzensee un detenuto, prima di lanciarsi a testa bassa contro il muro, ha detto: "Ecco ora". Alla fermata Zoo del metrò l'impiegato, invece di dire il nome della stazione, improvvisamente ha gridato: "Terra del Fuoco".
DAMIEL. Bello.
CASSIEL. Sulle colline un vecchio leggeva l'Odissea a un bambino, e il piccolo uditore smise di socchiudere gli occhi. E tu cos'hai da raccontare.
DAMIEL. Una passante che sotto la pioggia chiuse di colpo l'ombrello, lasciandosi bagnare tutta... Ah, ecco: uno scolaro che descriveva al suo maestro come una felce nasce dalla terra; ha fatto stupire il maestro! Una cieca che, quando si accorse di me, si mise a tastare l'orologio.
Sì, è magnifico vivere di solo spirito e, giorno dopo giorno, testimoniare alla gente, per l'eternità, soltanto ciò che è spirituale. Ma a volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa... e allora non vorrei più fluttuare così in eterno: vorrei sentire un peso dentro di me, che mi levi quest'infinitezza, legandomi in qualche modo alla terra... A ogni passo, a ogni colpo di vento, vorrei poter dire: "ora", "ora" e "ora"... e non più "da sempre", "in eterno". Per esempio, non so... sedersi al tavolo da gioco, ed essere salutato, anche solo con un cenno.
Ogni volta che abbiamo fatto qualcosa era solo per finta. Ci siamo lussati l'anca facendo la lotta, di notte, con uno di quello, sempre per finta; e ancora per finta abbiamo preso un pesce. Per finta ci siamo seduti a un tavolo, abbiamo bevuto e mangiato; per finta! Ci siamo fatti arrostire l'agnello e abbiamo chiesto il vino, per finta, sotto le tende, nel deserto, solo per finta! Non che io voglia generare subito un bambino, o piantare un albero... ma in fondo sarebbe già qualcosa ritornare a casa dopo un lungo giorno... dar da mangiare al gatto, come Philip Manno! Avere la febbre; le dita scure per aver letto il giornale. Non entusiasmarsi solamente per lo spirito, ma finalmente anche per un pranzo; per la linea di una nuca, per un orecchio. Mentire... e spudoratamente! E, camminando, sentire che le ossa camminano con te. Supporre, magari, invece di sapere sempre tutto. "Ah!", "Oh!", "Ahi!", poterlo dire, finalmente... invece di "sì" e "amen".
CASSIEL. Sì... E una volta potersi entusiasmare anche per il mare. Trasferire su di sé dai passanti che vanno tutti i démoni della terra, e finalmente ricacciarli nel mondo, ecco. Essere un selvaggio!
DAMIEL. E, una buona volta, sentire com'è togliersi le scarpe sotto il tavolo; e così, a piedi scalzi, sgranchirsi le dita dei piedi.
CASSIEL. Rimanere soli; lasciare che sia. Restare seri... Possiamo essere selvaggi solo se restiamo assolutamente seri. Non fare nient'altro che osservare, raccogliere, testimoniare, testare, custodire. Restare spiriti. Rimanere a distanza, stare alla parola.

PETER. Non riesco a vederti ma so che ci sei. Lo sento. Stai girando qua attorno da quando sono qui.
Mi piacerebbe vedere la tua faccia, giusto per guardarti negli occhi e dirti quanto è bello essere qui. Solo per toccare qualcosa. "Questo è freddo": fa sentire bene!
Quaggiù è bello fumare, prendere un caffè, e se lo fai insieme è fantastico! Oppure... disegnare! Vedi, prendi una matita, fai una linea scura, poi ne fai una chiara, e l'insieme è bello. O, quando hai le mani fredde, se le sfreghi così, insieme, è bello... è bello, fa sentire bene.
Ma tu non sei quaggiù. Io sono qua, e vorrei che anche tu fossi qui. Vorrei che potessi parlarmi, perché io sono un amico... compañero.

(due scene da: Wim Wenders, Il cielo sopra Berlino, 1987)

Settime e none per moto retto!

Sto cercando di scrivere qualcosa... ma una buona idea è difficile da metter giù correttamente... Per esempio, già all'inizio di 'sta cosa per coro a 5, mi vado a incasinare nella maniera seguente:

Il problema sta tra la terza e la quarta battuta: a parte una falsa relazione di ottava tra il sol al basso e il sol# al soprano I, che non disturba più di tanto, abbiamo una settima (tra tenore e soprano: la#-sol#) e una nona (tra basso e soprano: fa#-sol#) entrambe per moto retto. Troppo dure... eppure al piano non suonano così male... anche jazzisticamente, sarebbe un cluster dislocato su più ottave. Quindi è il moto retto che mi incasina. Dovrei: o arrivarci per moto contrario (ma sarebbe duretto lo stesso) o, meglio, preparare la dissonanza (sol#). Sto studiando se può essere sufficiente scrivere alla seconda battuta la al soprano I... ma a quel punto le false relazioni diventerebbero 2... Santo cielo, mi sa che è meglio che la riscrivo da capo 'sta roba.

Saturday, February 03, 2007

Covers

Siccome è un po' che non mi faccio sentire, meglio che rimedi quanto prima. Sto lavorando alla redazione conclusiva della mia tesi di L. S. e quindi sono un po' preso, e il tempo che ho libero lo uso per (nell'ordine): suonare, uscire, scrivere (un pochino) di musica, farmi una cultura cinematografica, cazzeggiare, varie ed eventuali.
Però questa non poteva mancare:

le peggiori copertine della storia della musica (grazie a Magnaromagna.it)

Ci sentiam quanto prima. :)