Quest'oggi devo, ahimè, mettere online una piccola protesta per un fatto che è accaduto e che mi ha visto parte in causa. Mi riferisco a un "taglio" che ho dovuto giocoforza accettare a riguardo di un mio articolo che apparirà domani sul
Corriere Valsesiano. Lo scrivo oggi e non domani perché è meglio che si sappia prima.
Avvertenza: quanto segue, per ovvie ragioni, sarà più facilmente comprensibile da parte di chi conosce i personaggi nominati. Mi spiace per gli altri, cercherò di spiegarmi anche con loro.
Descrivo il fatto. Venerdì 18 mi sono recato al Consiglio comunale di Varallo Sesia per fare la cronaca della riunione. La circostanza era anche per l'assemblea un'occasione per fare gli auguri al sindaco Gianluca Buonanno, neoeletto deputato. Buonanno è personaggio conosciuto perché abituato a comportamenti istrionici e sopra le righe anche in contesti ufficiali; dotato di una buona dose di irriverenza, è solito sfogare (di proposito o spontaneamente? boh...) il suo astio contro alcuni esponenti dell'opposizione. In particolare, ce l'ha sempre a morte (così pare) con i tre componenti del gruppo consiliare varallese afferente, grosso modo, all'area del Pd; essi sono, a dire il vero, abbastanza inclini a porgere il destro al sindaco per i suoi attacchi scomposti, forse per un po' di ingenuità politica nel non aver capito tanto bene con chi hanno a che fare. Questo, almeno, è quanto capita normalmente; ma, di solito, pur nel delirio verbale cui il primo cittadino va incontro, non si sfora mai il limite della violenza personale.
Nel Consiglio del 18 scorso, invece, è successa una cosa un po' diversa. Il raggruppamento, per tramite della capogruppo Attilia Fusaro, ha fatto una cosa corretta e molto gentile, esprimendo un sincero augurio di buon lavoro a Buonanno. Il quale sul subito non ha risposto; ci ha pensato un po' e, mentre si discuteva di tutt'altro (una variazione al bilancio), ha dato vita al seguente scambio di battute con la Fusaro e la sua collega Laura Mortara. Riporto a memoria perché non ho registrato nulla; ci tengo a precisare che tutto sarebbe facilmente verificabile riguardando la registrazione audio/video effettuata dall'emittente locale Telemonterosa; quindi – lo dico per i solito sospettosi – non invento nulla.
Buonanno: "Prima, quando mi avete fatto gli auguri, mi sono toccato, non si sa mai..."
Fusaro: "Dato che invece ora è lei che ci sta rispondendo, dovremmo toccarci noi..."
Buonanno: "A te tanto non ti tocca nessuno. Toccati da sola"
Mortara: "Signor sindaco!"
Buonanno: "Sì, professoressa?"
(allusione all'impiego della Mortara)Mortara: "Questa era davvero una battuta di cattivo gusto, dovrebbe evitarsele!"
Buonanno: "Perché, sennò ti metti a piangere?"
Peccato non poter rendere i fatti soprasegmentali, per far capire meglio il tono della conversazione...
A questo punto si poneva per il sottoscritto il problema: come rendere conto di quanto accaduto? I casi sono due: o non si parla per nulla del fatto che si è discusso in Consiglio del mandato parlamentare del sindaco; oppure, volendone parlare, le notizie si devono dare complete. Per rispetto del giornale, tuttavia, non avrei certo potuto riportare letteralmente queste trivialità di basso livello. Dopo lunga riflessione (che ha tenuto conto pure della deprecabile circostanza per la quale c'è gente che gode nell'apprendere questo modo di comportarsi del loro idolo politico...) ho optato per la seguente soluzione.
Dai banchi dell’opposizione, l’indirizzo di saluto è stato pronunciato dalla consigliera Attilia Fusaro, a nome dell’intero suo gruppo:
«Ci congratuliamo con il sindaco per l’importante risultato ottenuto e “facciamo il tifo” per lui, affinché esistano e si realizzino ampie possibilità di azione parlamentare. Per ora, comunque, a lui i migliori auguri di buon lavoro». Purtroppo, il sindaco non è sembrato gradire l'intervento, rispondendo in maniera decisamente poco rispettosa a Fusaro e alla collega Laura Mortara.
Peccato che l'ultima frase non sia proprio andata giù al direttore. Per tramite di una collega, mi ha mandato a dire le cose seguenti, che mi permetto di contestare
hic et nunc.
1)
"Questa cosa tu non la puoi scrivere". E perché no? Mica manco di rispetto a nessuno, né dico una falsità.
2)
"Non puoi scrivere un tuo commento". A parte il fatto che nessuna legge me lo vieterebbe; ma comunque non mi sembra di aver espresso un commento così personale: il sindaco è stato poco rispettoso a livello personale di una consigliera, mi pare evidente. Potevo anche scrivere di peggio, a ben vedere: e cioè che il sindaco ha usato violenza verbale nei confronti di una collega all'interno di un contesto pubblico e ufficiale (uno a casa sua o al bar può dire ciò che vuole, ma in Consiglio comunale, suvvia...); questo non dovrebbe provocare solo la mia indignazione, ma quella di tutti. C'è pure l'aggravante che tutto ciò è stato detto in risposta a un messaggio di congratulazioni e auguri; quindi non c'era neppure la "scusante" del discorso polemico. Se poi vogliamo contestare anche l'evidenza...
3)
"In alternativa, devi riportare il dialogo così come si è svolto". Se tanto non posso esprimere un mio "commento", tanto vale. Anzi, ripeto: c'è gente, purtroppo, che ci gode a sentire questo genere di cose.
4)
"Non è una cosa per parare il culo a Buonanno, che del resto non ne ha bisogno". Gli antichi dicevano
excusatio non petita... e forse avevano pure ragione. Tra l'altro, la pagina uscirà con in basso un articoletto con cui si racconta di come
La Repubblica abbia prestato attenzione al neodeputato. Però non è per parargli il culo... al signor "azionista di maggioranza" del
Valsesiano, sedicente "settimanale indipendente". Di lodi e pubblicità se ne possono fare quante se ne vuole; ma è meglio astenersi, a quanto pare, dall'evidenziare circostanze che potrebbero metterlo in cattiva luce (e non certo inventate o proposte da altri: create da lui stesso!). Non oso immaginare che ne sarebbe di pareri apertamente critici! Parare il culo... figuriamoci! Ora che andrà a Roma (da leghista acquisito, quindi avendo sputato nel piatto in cui mangerà) e avrà a che fare con i giornali nazionali, si dovrà preoccupare di ben altri fatti rispetto a questo...!
Mia risposta a quanto sopra: ho capito perfettamente. La frase incriminata l'ho rimossa, perché non voglio grane. Però qui sul mio blog posso scrivere il cazzo che mi pare, perché sono il direttore editoriale di me stesso: pertanto, mi rivalgo come posso e protesto nei confronti di un fatto che mi ha profondamente contrariato. Sarete poi in cinque o sei a sapere come sono andate le cose, per cui non cambia nulla; ma a me va bene così, mi basta che la cosa non passi integralmente sotto silenzio.